Dal Pd alla Francese: il sostituto di Stefania Vecchio, dimissionaria, è l’ex segretario cittadino dei dem
Tanto tuonò che piovve. Il volto nuovo della giunta comunale è quello di Davide Bruno: l’ex segretario cittadino del Partito democratico ora è un assessore di Cecilia Francese. L’ufficialità arriva alle idi di gennaio, poco prima di mezzogiorno, quando la sindaca firma il decreto di nomina, attirando le accuse delle agguerrite forze politiche cittadine: è stata lei a volere a tutti i costi che in giunta entrasse Bruno, che non è un’indicazione del consiglio comunale. Un nome della sindaca, al pari di quello di Stefania Vecchio, l’ex assessore all’urbanistica che si è dimessa ai primi dell’anno, e di Maria Catarozzo, delegata al bilancio e unica superstite della giunta del 2016.
La nomina
La Francese ha atteso che la Vecchio trasmettesse formalmente la lettera di dimissioni, lasciata nelle mani della sindaca il 4 gennaio e inviata al protocollo generale venerdì scorso. E in tempi record ha firmato la nomina, la più veloce dell’era Francese. Delle deleghe non si sa ancora nulla: «Nei prossimi giorni» si legge nella nota diramata dallo staff della Francese «la sindaca presenterà la giunta comunale nella sua composizione, con l’indicazione delle deleghe attribuite a ciascun assessore».
Bovi esce
Le funzioni saranno redistribuite, prendendo la forma di incarichi-obiettivo. Bruno non dovrebbe occuparsi di urbanistica, incarico che la sindaca vuole tenere per sé, ma di attività produttive e Suap, oppure potrebbe curare i rapporti con la Regione, guidata dai dem che conosce bene. C’è chi entra e c’è chi esce. Spalancando le porte a Bruno, infatti, la prima cittadina perde il più votato tra i suoi consiglieri, il capogruppo di Con Cecilia Pino Bovi, che non ha apprezzato la scelta e che, in occasione della prossima riunione del civico consesso, dovrebbe ufficializzare il passaggio all’opposizione.
Guerra a destra
Come fece Ugo Tozzi un semestre fa. Oggi il commissario provinciale di FdI accusa la Francese, «eletta coi voti del centrodestra», di «aver truffato l’intera città spostando assi politici e deridendo i suoi elettori». L’ex vicesindaco esorta la sua ex alleata a «dare delle spiegazioni ai battipagliesi», visto che «aveva nelle sue liste FI e Rivoluzione cristiana e al ballottaggio FdI e oggi è rimasta con due stampelle di destra e il governo di sinistra». Per l’anestesista è il compimento di «un disegno sinistroide», e l’appello è rivolto ai forzisti e ai consiglieri di Rivoluzione cristiana: «Come fate a governare con questi presupposti e questi uomini?». Gli azzurri, però, non hanno problemi: «Bruno, che ha giugno ha lasciato Pd e segreteria cittadina, è in quota sindaco» replicano i consiglieri forzisti Valerio Longo e Gerardo Zaccaria «e sarà giudicato in base al suo operato». E a Tozzi chiedono: «Dov’eri quando, a ottobre del 2017, FI venne sacrificata perché chiedeva un cambio di passo?». All’epoca saltò la poltrona di Giuseppe Provenza, ex assessore e ormai ex coordinatore azzurro, che attacca: «Mentre la città è in ginocchio, la sindaca pensa ancora a occupare poltrone per tirare avanti, con giochetti che mortificano i battipagliesi».
A sinistra
Parole simili a quelle di Alessio Cairone, consigliere di opposizione che ha la tessera del Pd nel portafogli ma che, nel 2016, si candidò con Gerardo Motta: «Si è chiuso il cerchio; grazie a lui, sono stato quotidianamente sui giornali solo per aver deciso di candidarmi contro un Pd nel quale non mi rispecchiavo, a partire dal segretario, che quel partito lo ha distrutto; oggi resto all’opposizione». Dovrebbe restare in minoranza pure il capogruppo dem, Egidio Mirra, che in queste ore si è candidato alle provinciali con la civica di Leu.
Lo scudo della sindaca
La Francese affida ai social le sue considerazioni. «Non rispondiamo agli attacchi che in queste ore colpiscono le scelte di questa amministrazione che da sempre è stata caratterizzata dal civismo, oltre i partiti, all’insegna del buon governo, nel rispetto delle identità politiche di ognuno», ha scritto la sindaca sui social, puntando il dito contro «la frustrazione e l’odio» proveniente da «chi attacca da sempre perché vuole una città bloccata». E conclude: «Da sempre nelle scelte importanti ho fatto appello sia alle forze politiche sane sia all’intera città. Auguro al nuovo assessore e a tutta la mia squadra un ottimo lavoro».
Il profilo
Fino al 30 di giugno, il neo-assessore è stato coordinatore cittadino del Pd: un incarico che aveva ottenuto quattro anni prima, nel 2014, dopo essere uscito vincitore dal congresso cittadino dei dem. Il 34enne, che ha una laurea in Economia e commercio e lavora a Napoli per una multinazionale di consulenza di direzione e strategica, ha guidato il partito per quattro anni, attraversando la travagliata campagna elettorale durante la quale il centrosinistra si schierò con il compianto Enrico Lanaro, trionfatore alle primarie. Quando, alla vigilia del ballottaggio, il veterinario e l’allora segretario provinciale dem, Nicola Landolfi, si schierarono con Motta, Bruno assunse una posizione differente, dichiarando voto libero. A giugno 2018 aprì al civismo: oggi sta con la Francese.