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Piove sul bagnato per il maestro Vessicchio. Dopo essere finito al centro di una bufera mediatica per le frasi sessiste rivolte a un guardalinee donna, e sospeso dall’ordine dei giornalisti, pare che il noto direttore d’orchestra sia stato sospeso anche dal Festival di Sanremo. “Far cantare le donne al festival della musica é sbagliato” questa la frase incriminata, che é costata caro al musicista italiano.
La notizia é rimbalzata rapidamente sui social, finendo sulle prime pagine dei principali quotidiani nazionali e internazionali. Intanto, arrivano le prime reazioni dal mondo della politica: sembrerebbe che il ministro degli interni, Matteo Salvini, abbia già mandato in stampa 50.000 felpe recanti la scritta “Siamo tutti Vessicchio”.
Sconcerto (é il caso di dirlo) pure dal mondo della musica. I familiari prossimi dello scomparso Giorgio Gaber avrebbero chiesto di cambiare la famosa citazione su Berlusconi “Non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi in me” in “Non temo Vessicchio in sé, temo Vessicchio in me”.
“Il maestro deve tornare a suonare“, “Invece di pensare ai neri che invadono la nostra terra ce la prendiamo con chi ha tenuto alto il vessillo della nostra nazione. É questo il vero schifo” sono solo alcune delle frasi comparse sui social a difesa di Vessicchio.
Addirittura raggiunto dai microfoni del New York Times, Vessicchio si sarebbe difeso dicendo: “Non torno indietro su ció che ho detto. Ho già pronto il sito odiolamusica.it”.