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Questa mattina, i titoli dei giornali di mezza Italia erano tutti per Filippo Viscido. Dalla Gazzetta dello Sport al Corriere della Sera fino al blog del giornalista sportivo italiano più seguito sul web: Gianluca di Marzio. Il “pitbull”, come lo chiamavano in città, ha smesso di ringhiare. E di mordere le caviglie. Pippo Viscido, a soli 31 anni, ha deciso di togliersi la vita. È accaduto ieri sera, alle 21, nel cuore del rione Sant’Anna, nei pressi di via Baratta, dove l’ex difensore di Avellino e Battipagliese, nel suo garage, s’è impiccato, lasciando increduli la moglie e i due figli. Quando gli agenti del commissariato di Polizia sono giunti sul posto non c’è stato più nulla da fare: il corpo di Viscido era già esanime.

Rabbia e sgomento sui social e sul web, dove i messaggi di cordoglio, oramai, non si contano più. Pippo era molto amato in città. S’era guadagnato la fama di grande calciatore durante i suoi anni in Irpinia, ad Avellino, nel campionato di serie D, quando la tifoseria locale decise di ribattezzarlo “pitbull” per le sue doti aggressive e da mediano vecchio stampo. Due anni in C, ad Avellino e Campobasso, prima che la sua carriera si condisse di tanta D e di qualche Eccellenza. L’ultima esperienza di Viscido al Salernum Baronissi. Poi arrivò la pandemia da Covid-19 a fermare tutto. Pure il calcio. E pure il “pitbull”. Che aveva cominciato a lavorare come aiuto elettricista, appendendo le scarpette al chiodo per sempre.

Ieri, alle 21, nel garage di casa sua, l’insano gesto. Una corda. E una vita, spezzata. A soli 31 anni, Filippo Viscido si è suicidato. Nel giorno del calcio, la domenica. Evidentemente, dietro quella corazza da pitbull che s’era costruito, il giovane battipagliese nascondeva tante debolezze. Le esequie si terranno domani mattina, in forma privata, a causa delle restrizioni dettate dalla pandemia da Covid-19.