Intervista alla candidata a sindaco di Battipaglia, Cecilia Francese
«In campo per dare continuità a cinque anni di lavoro durissimo. Ora possiamo far sì che, finalmente, la nostra città possa acquisire il ruolo centrale che le spetta nella Piana del Sele»
Mentre il suo primo mandato da prima cittadina di Battipaglia giunge al termine, Cecilia Francese, che nel 2016 conquistò la fascia tricolore con il 55,21% al ballottaggio, contro lo sfidante di allora, Gerardo Motta, punta gli occhi già sulla prossima tornata elettorale, che la vedrà nuovamente candidata al ruolo di sindaco della città con la sua coalizione civica.
Perché ha deciso di scendere nuovamente in campo come candidato a sindaco?
Ho deciso di scendere in campo nuovamente per dare continuità a quelli che sono stati cinque anni di lavoro durissimo, in cui l’impresa più importante è stata quella di rimettere a posto i conti di un Comune con una situazione finanziaria sull’orlo del dissesto, con una massa debitoria impressionante, in riequilibrio finanziario con i vincoli che questo comporta, con una macchina organizzativa allo sbando, con opere pubbliche ferme, con un contenzioso enorme sia in termini economici che in termini di condizionamento delle prospettive di crescita della città (Cofaser e Asi su tutti), con la società comunale Alba sull’orlo della messa in liquidazione, con una credibilità inesistente dopo lo scioglimento per infiltrazioni.
Ora il Comune presenta i conti in ordine e questa è la mia più grande soddisfazione. Certo avrei voluto fare di più, ma le condizioni di partenza erano quelle che ho accennato, ora nella prossima legislatura si tratta di raccogliere quello che abbiamo “seminato”. Il lavoro deve continuare sulla base di quanto tracciato in questo quinquennio. Ci aspettano altri cinque anni di lavoro enorme, stavolta non teso ad “aggiustare” e a recuperare, ma tutto in termini di “costruzione”.
Cosa manca a questa città e cosa ha intenzione di fare per ovviare a queste carenze?
A questa città è mancata negli anni la continuità di un’amministrazione che finisse il primo mandato e si preparasse a realizzare quanto messo in cantiere durante il secondo. Oltre al fatto che è mancato avere i conti del Comune a posto e, quindi, anche i piccoli interventi ordinari sono stati frutto di sacrifici e, soprattutto, è sembrato, in alcuni casi, che non fosse una preoccupazione di questa amministrazione. Purtroppo ritrovarsi con una massa debitoria impressionante è stato in molti casi molto difficile per noi, ma questa amministrazione ha raccolto ogni sfida e ha raggiunto traguardi importanti.
Ora si può, ora possiamo far sì che, finalmente, la nostra città possa acquisire il ruolo centrale che le spetta nella Piana del Sele e nell’intera parte meridionale della Provincia di Salerno. Ora si può, valorizzare il patrimonio storico e culturale, riqualificare, crescere. Noi abbiamo fatto tanto, noi ci abbiamo creduto davvero e ci crediamo ancora. Governare il territorio, comprenderne le vocazioni, le caratteristiche e le potenzialità significa continuare i progetti iniziati: Puc, fascia costiera, fondi comunitari, mobilità su ferro, depurazione, Pics, piano di zona, rigenerazione urbana per citarne alcuni e da queste cose ripartiremo per far avere alla nostra città il ruolo che merita.
Tutto quello che abbiamo messo in campo ha bisogno di tempi più lunghi per poterlo realizzare dai Pics al centro integrato Piùeuropa. Dal Piano di Zona autonomo al risanamento del bilancio comunale. Abbiamo lavorato tanto e i risultati concreti si vedranno nel secondo mandato. La continuità di tutto quello che abbiamo costruito è importante per l’intera Città perché ora si può. Alle carenze potremo ovviare soltanto ora che il bilancio non si presenta più in “rosso” e ogni intervento sarà gestito con una minore difficoltà. In sintesi la debolezza e incertezza politica , e gli enormi problemi di cui ho detto ha sempre impedito a questa città di programmare il proprio futuro, mettendola a rimorchio di altre realtà. Ora, invece, possiamo davvero disegnare la Battipaglia del domani. Non a caso una delle cose che ci riproponiamo di chiudere entro questi mesi è il Puc da attuare, poi nella prossima legislatura.
Si parla di Puc dal 1978, ma nessuno mai è riuscito ancora ridarne uno nuovo alla città. Uno strumento che consentirebbe di restituire dignità e di guardare allo sviluppo con più certezze. Sarà la volta buona?
Si parla di Puc dal 1978, vero. Questa amministrazione per una serie di ritardi, purtroppo dovuti soprattutto alla pandemia, si appresta ad approvare il Puc definitivo in consiglio comunale, partiranno poi i 60 giorni per le osservazioni, è vero che siamo a fine mandato, ma è un obiettivo raggiunto ed è un traguardo importante. Il Puc è l’espressione più alta della programmazione della città di domani. Il Puc non è solo il disegno fisico della città, ma esso delinea anche le linee dello sviluppo economico (su quali settori di sviluppo puntare), è il disegno di come deve funzionare la città (mobilità, servizi, infrastrutture ecc.). Noi stiamo programmando, per la prima volta Battipaglia è chiamata a parlare di futuro. Continuare un discorso avviato per noi è fondamentale. La continuità è la vera chiave, oltre alla stabilità di un governo cittadino che possa all’indomani della risoluzione di tante problematiche trovate, trovare ancora più coraggio e portare a termine obiettivi importanti dal Piano urbanistico, al Masterplan e tanto altro ancora.
Ambiente e cultura: quanto ha a cuore questi due argomenti e cosa intende fare al riguardo?
Siamo in prima linea da sempre per la delicata questione ambientale. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare percorrendo le strade più disparate dalle proposte alle denunce. Certo, sappiamo che ancora molto resta da fare, ma non dobbiamo dimenticare gli anni che ci precedono di scelte sbagliate, ma soprattutto di silenzi colpevoli. Noi non abbiamo avuto paura di scendere in piazza, di bloccare lo Stir e di tenere alta l’asticella dello scontro, ma siamo anche quelli che hanno prodotto atti amministrativi proponendo il fattore di pressione, un criterio oggettivo già adottato altrove che è stato accolto ai livelli sovracomunali (Provincia ed Eda) che hanno consentito di dichiarare Battipaglia zona satura. Nessun nuovo insediamento sul nostro territorio.
Ora, assicuratici che non ci possono essere nuovi insediamenti, occorre ridurre il carico esistente. Abbiamo ottenuto anche che l’impianto di compostaggio nello Stir non si realizzasse nonostante fosse in corso l’aggiudicazione dei lavori. E’ questa la battaglia dei prossimi anni ridurre il carico esistente. Sul terreno ambientale e dei rifiuti potrei aggiungere anche la riorganizzazione di Alba per migliorare il servizio. Dopo anni in cui le acque di Battipaglia venivano dichiarate “non balneabili”, a causa degli scarichi che vi arrivavano determinando una devastazione ambientale, e minando alla base le ambizioni turistiche della nostra are costiera, grazie al potenziamento del depuratore di Tavernola, che abbiamo fortemente voluto e che abbiamo assunto come priorità della nostra azione di governo, da 4 anni non è più cosi. Oggi nel nostro mare ci si può bagnare, oggi il discorso turistico è credibile.
Certo rimane ancora da risolvere il problema dell’abitato a Nord del Tusciano e il problema del “Vallemonio” su cui stiamo lavorando. Nel frattempo stiamo andando avanti con il discorso del contratto di fiume, che deve portare ad un controllo coordinato del corso del Tusciano per evitare scarichi provenienti da Monte del nostro territorio, e per ottenere un grandissimo risultato: riscoprire la antica cultura dei corsi d’acqua (propria delle nostre genti) che possiamo ottenere soltanto evitando che il fiume, o qualsiasi altro corso d’acqua che attraversa il territorio, sia vissuto come una cloaca a cielo aperto.
Per quanto riguarda il discorso culturale assicurare spazi per l’attività del mondo associazionistico o per le iniziative culturali è un passo fondamentale per una città in questo panorama si può pensare di utilizzare i beni confiscati alla criminalità attraverso una manifestazione di interesse anche per creare la cosiddetta casa delle associazioni, centro aggregativo per le associazioni cittadine. Ci riproponiamo di realizzare all’interno della De Amicis, una volta ristrutturata, un vero “polo culturale“, riscoprire gli eventi, la storia, gli usi ed i costumi della nostra città premiando e pubblicando ad esempio tesi di laurea su Battipaglia e sul territorio; valorizzare ed istituzionalizzare iniziative di pregio che già si svolgono, avviare un discorso sulle nuove tendenze musicali per interloquire col mondo giovanile.
La prima cosa che farebbe se dovesse venire eletta?
Continuerei il lavoro svolto con il progetto Master Plan Costa Sud, continuerei la rigenerazione e valorizzazione del litorale e del centro cittadino. Porterei a termine il Piano Urbanistico Comunale ricevendo le osservazioni degli altri Enti, quindi passerei alla fase successiva. Continuerei la difesa del territorio, favorirei l’accordo con il mondo imprenditoriale per far formare i giovani e aumenterei elementi di crescita come lo sportello d’impresa e il servizio civile. Si continua con la ricostruzione della Scuola Fiorentino, sono in via di completamento i lavori di “manutenzione straordinaria varie strade e spazi pubblici e/o di uso pubblico comunali”, per un investimento di circa 1.600.000’00 euro oltre a continuare il lavoro iniziato di abbattimento barriere architettoniche riqualificazione marciapiedi varie strade cittadine.
Abbiamo recuperato i fondi Pics, che vedranno un vero e proprio investimento sul nostro territorio in termini di immagini e di recupero storico e strutturale. Sul piano delle infrastrutture e reti in fibre ottica a banda ultra larga FTTH (fibra sino a casa fiber to the home) sul territorio Comunale continuerei quanto avviato con Open Fiber, completerei il Più Europa dando finalmente a Battipaglia un ruolo centrale per quanto riguarda la mobilità su ferro. Dopo aver risanato più di 39 milioni di euro di debiti con un lavoro lungo e meticoloso ora procederemo con le assunzioni al Comune di Battipaglia permettendo all’intera macchina amministrativa di ripartire. Abbiamo messo mano a tutto il contenzioso e fatto chiarezza e continueremo in questo senso. Abbiamo concluso contenziosi delicatissimi come il Cofaser. Continuando il nostro lavoro si continuerà a far sì che Battipaglia diventi di nuovo la capofila della Piana del Sele in tutti i sensi sia culturali che amministrativi.
Qual è l’avversario che teme di più?
Credo nessuno. Ognuno di noi è in corsa per offrire la propria visione della città e saranno i cittadini a scegliere. Sono contraria agli attacchi beceri che, purtroppo, stanno avvenendo anche in questi giorni, ma credo che i cittadini sappiano fare le giuste differenze tra chi fa dell’attacco il suo momento di gloria e chi ha lavorato per assicurare una stabilità amministrativa. Io mi auguro che la campagna elettorale sia un confronto sui programmi. Le offese, che abbondano in questa fase, possono servire ad infiammare i propri tifosi, ma in realtà nascondono sempre una incapacità programmatica pericolosa per la città.
In ottica ballottaggio ha già pensato a qualche alleanza?
Non sono mai stata una stratega, i cittadini mi conoscono esattamente per come sono, come donna prima, come medico dopo e come sindaco da cinque anni. Ogni alleanza che c’è e che ci sarà parlerà di idee, di rilancio e di programma e si ragionerà solo su questo. Io credo in una Battipaglia che possa riconfermare chi crede davvero di poter migliorare le cose.
Lanci un breve appello ai cittadini.
Un appello alla continuità, alla storia che abbiamo che parla di tante cose fatte e tante ancora da realizzare insieme, da continuare insieme. Ora si può e possiamo solo insieme ancora una volta.