Teresa Giordano, dopo l’iniziativa dei salvadanai volti all’acquisto del casco refrigerante per limitare al massimo la caduta dei capelli delle donne sottoposte a chemioterapie, promuove le Pink Box per aiutare le pazienti oncologiche a sentirsi “bella sempre”.
“Cambiamo volto al cancro” non è soltanto un auspicio di grande speranza: è il grido di chi ce l’ha fatta. Teresa Giordano, paziente oncologica di Salerno, nell’aprile del 2018 scopre di avere un tumore alla mammella: «da lì comincia il mio iter oncologico con un intervento abbastanza invasivo, seguito da chemio, radio terapia e terapia ormonale». racconta.
La forza delle donne è illimitata, lo sappiamo, e Teresa, da brava guerriera non solo ha avuto la meglio contro il cancro, ma continua a portare nel avanti la sua battaglia facendone una vera e propria missione di vita: numerose sono infatti le iniziative che ha messo in campo a sostegno delle pazienti oncologiche.
È proprio questa la storia di una rinascita che tende a sottolineare la forza di una lotta personale, che si trasforma in una dedicata ad altre donne in un periodo buio della vita. Determinazione e voglia di essere d’aiuto per altre donne, sono la costante che la contraddistingue. L’esperienza di Teresa vuole andare oltre la semplice testimonianza. Infatti il suo impegno si cela concretamente nel gesto di fare “grandi cose” con “piccoli gesti”.
UNA MISSIONE TUTTA ROSA
A tal proposito, è lei il capitano di un bellissimo il progetto volto a sostenere il percorso di quante sono costrette a sottoporsi a trattamenti chemioterapici promuovendo una raccolta fondi per l’acquisto di un casco refrigerante da donare all’ospedale salernitano. «Appena ho iniziato a riprendere in mano tutto quello che ho dovuto abbandonare per quasi un anno, una delle prime cose che mi sono proposta è stata quella di portare un casco refrigerante dell’azienda Paxman presso il DH oncologico della Dottoressa Clementina Savastano all’ospedale di Salerno – continua Teresa – questo perché durante il mio percorso di chemioterapia ho potuto avere la “fortuna” di poter utilizzare una cuffia ipotermica, che è una sorta di surrogato del casco che attualmente viene utilizzata nei reparti oncologici, che mi ha permesso di non perdere totalmente i capelli».
È difficile comprendere come una donna possa sentirsi nel momento in cui comincia a perdere i propri capelli lasciando il proprio corpo nelle mani di un nemico invisibile e imprevedibile. Un avvenimento questo che vede compromessa sia la propria autostima, sia il rapporto con gli altri; una naturale conseguenza che porta a sentirsi inadeguata anche nel proprio agire.
LA COMMUNITY “OLTRE LO SPECCHIO”
Uno degli scogli da superare è anche il rapporto con lo specchio, Teresa infatti pone al centro del suo impegno la bellezza affiancata alla malattia: «Ho creato una community rosa chiamata “Oltre lo specchio”, perché ogni donna deve potersi vedere bella anche nel momento della malattia. Ho promosso anche un hashtag, #cambiamovoltoalcancro, che si nutre attraverso la community con la quale abbiamo intrapreso varie iniziative. All’interno di questa ci sono tante specialiste che offrono la loro consulenza in forma gratuita per andare a sostenere le necessità e i bisogni delle donne iscritte (circa 750). Parliamo di terapie integrate come l’estetista oncologica, la pigmentista, la tricologa: figure mediche che non vanno però a scavalcare le consulenze personali che ogni paziente ha col proprio medico», dice Teresa.
«Non ho mai potuto conoscere la calvizie totale e per questo ho potuto affrontare la mia malattia con un atteggiamento diverso perché le persone non mi vedevano come una malata. Mi sono perciò proposta di portare questo casco al Ruggi di Salerno insieme a CNA, Inner Wheell Salerno e Fondazione della comunità salernitana» racconta Teresa. Un bellissimo ed emozionante momento per il traguardo raggiunto anche grazie al supporto degli esercenti della comunità salernitana i quali hanno messo a disposizione della clientela dei salvadanai rosa per la raccolta fondi volti appositamente per l’acquisto del casco.
Ma l’intento di Teresa non può ritenersi concluso poiché da lì a poco ha voluto continuare a fare qualcosa per la sua città, la stessa che l’ha curata e guarita: «abbiamo lanciato le Pink Box che, differentemente dal casco refrigerante, ha voluto trasformare il salvadanaio in una scatola che viene accolta dagli esercizi del salernitano e presentata ai clienti che possono acquistare dei prodotti pensati per le donne da inserire nella pink box e successivamente donati presso il DH oncologico della Dottoressa Clementina Savastano», ribadisce Teresa.
LE PINK BOX CHE OLTREPASSANO I CONFINI SALERNITANI
Attualmente il progetto è stato diffuso anche fuori Salerno grazie alle ragazze che fanno parte della community. Genova, Nuoro, Frattamaggiore, hanno accolto l’iniziativa e intanto l’intenzione è quella di attivarsi anche su Cava de’ Tirreni e Nocera Inferiore. Lo scopo di questo progetto è quello di affermare e portare avanti il principio secondo il quale la donna, debba avere il diritto di vedersi bella “oltre lo specchio” e di vivere la sua malattia nella maniera più serena possibile.
Molti importanti brand hanno scelto di sostenere il progetto, tra questi Amoena Italia, Eucerin, Marthà Care. «Il casco refrigerante ha aiutato molte donne, molte delle quali sono diventate mie amiche che hanno potuto preservare la caduta dei capelli nonostante le chemio. Oggi ci sono donne che possono avere una vita pressoché “normale” anche durante una malattia, soprattutto preservando il duro impatto nei confronti di un figlio che vede la propria mamma cambiare drasticamente e in maniera incontrollabile», conclude Teresa. Ogni donna dovrebbe sentirsi “bella sempre” nonostante tutto.