Rocco Scalesi perde la vita sul posto di lavoro. Inutili i soccorsi: il 64enne muore cadendo dal tetto di un capannone dall’altezza di dieci metri.
Il volo da un’altezza dieci metri. La caduta violenta sul suolo. Poi la corsa in ospedale per cercare di rianimarlo. Che non è bastata: Rocco Scalesi, operaio 64enne originario di Salerno, non ce l’ha fatta. È morto nei minuti in cui veniva disperatamente trasportato all’ospedale “Santa Maria della Speranza”. L’ennesimo incidente sul lavoro che miete vittime. Ieri mattina, come tutti i giorni, l’operaio s’era recato sul posto di lavoro, a Montecorvino Pugliano, per svolgere le sue mansioni. Rocco Scalesi, però, ieri non ha fatto più ritorno a casa.
La sua vita s’è stoppata, infranta sul suolo dei capannoni di proprietà della famiglia Cincotti, di quella Sabit sulla Strada Statale 18 nota nella zona dei picentini per la lavorazione di bitume. Era lì, Scalesi, in compagnia dei suoi colleghi, in uno dei tre capannoni del complesso, proprio a fianco a quello che, nei mesi scorsi, era stato oggetto d’un incendio doloso e sul quale le forze dell’ordine stanno ancora indagando. La Sabit, nei giorni passati, aveva dato in carico ad un’altra azienda di Pugliano, la ditta di Michele Caputo, dei lavori di manutenzione da compiere sul capannone centrale per ripristinare il tetto e i pannelli bruciati.
Sono stati gli ultimi lavori per Scalesi, prima che si consumasse la tragedia. Alle 10 del mattino circa, l’uomo è precipitato nel vuoto da un’altezza di dieci metri. Come se fosse caduto dal terzo piano d’un palazzo di moderna costruzione. E invece no: Scalesi è caduto dal tetto d’un capannone che, improvvisamente, ha ceduto. Saranno poi le indagini dei carabinieri della compagnia di Battipaglia, agli ordini del maggiore Vitantonio Sisto, giunti repentinamente sul posto subito dopo l’episodio, a fare luce sull’accaduto nei prossimi giorni.
Gli accertamenti, complessi, sono stati affidati alla Scientifica che ha eseguito i rilevi e informato il nucleo prevenzione infortuni sul lavoro competente in materia. Il capannone, intanto, come sempre accade, è stato posto sotto sequestro e il magistrato è stato informato. Non appena Scalesi ha battuto la testa al suolo, i colleghi hanno prestato i primi soccorsi. La folle corsa in ospedale con la speranza di salvarlo. Ma una volta giunto al nosocomio battipagliese, i medici del “Santa Maria della Speranza” non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Il cuore dell’operaio ha smesso di battere. La salma, attualmente all’obitorio di Battipaglia, è stata sequestrata. Bisognerà attendere che il magistrato la liberi per poter definire la data delle esequie che, allo stato attuale, sono ancora un’incognita.