Battipaglia a rischio commissariamento per i ritardi relativi al Puc? La sindaca tranquillizza, ma gli avversari della tornata elettorale attaccano
Su Palazzo di città s’abbatte l’ombra di un possibile commissario straordinario per l’approvazione del Puc. A marzo era infatti giunta ai Comuni non ancora in regola, proprio come Battipaglia, una lettera di sollecito siglata dalla dirigente Anna Martinoli, dopo che la Regione Campania aveva già concesso una proroga di sei mesi per tendere una mano agli Enti durante la gestione della pandemia.
Entro il 30 giugno andava adottata la parte strutturale, mentre il termine ultimo per l’approvazione definitiva del Puc è stata fissata per il 31 dicembre. Come riportato nella lettera di sollecito, in caso i tempi non fossero stati rispettati si sarebbe provveduto a nominare un commissario ad acta.
«Nell’ultimo incontro con De Luca il presidente ha precisato che bastava aver adottato il preliminare per evitare il commissariamento perché molti Comuni erano in ritardo. E noi quello lo abbiamo adottato tempo fa», puntualizza Cecilia Francese, come si legge su La Città di Salerno. Il Puc sarebbe quindi pronto, in attesa del momento giusto per essere messo in atto: «È custodito nei cassetti dei tecnici comunali dell’ufficio di Piano, pronto per essere adottato», spiega invece il dirigente comunale Carmine Salerno.
Scetticismo da parte degli avversari di Cecilia Francese nell’imminente tornata elettorale, da Antonio Visconti che nutre dei dubbi per la scelta di mettere da parte quella che sarebbe stata un’arma potente in questa campagna elettorale: «Promesse non mantenute?», passando per Ugo Tozzi che parla di «un altro tradimento verso l’elettorato di centrodestra che l’aveva sostenuta».
Il Puc non è stato adottato «perché carente di atti preliminari indispensabili», afferma Bruno Di Cunzolo, l’intenzione di Carmine Bucciarelli è invece quella di avere «un Puc condiviso, una carta regolatrice per disegnare il futuro della città». Si tratterebbe di una mancata adozione voluta del Puc secondo il candidato Maurizio Mirra: «L’assenza di regole permette quella zona grigia in cui tutto è possibile, terreno di coltura per clientele e corruzione».