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Crolla il mercato della fibra ottica, e la “Fos” chiama il governo nazionale. Mercoledì scorso, al tavolo convocato dalle rappresentanze sindacali Cisl, Cgil e Uil, c’era pure Ernesto Marzano, head of corporate del gruppo Prysmian, il colosso che produce cavi e sistemi per la trasmissione e la distribuzione dell’energia elettrica. Il quale, sin da subito, ha lasciato intendere che l’aiuto da parte della politica è fondamentale affinché la situazione dello stabilimento non rimanga grave. E che ha pure inviato un fascicolo direttamente alla Comunità Europea.

La richiesta? L’anti-dumping. Che, tradotto per i non addetti ai lavori, si riferisce alle misure istituite sulle importazioni di un prodotto che viene venduto a un prezzo inferiore rispetto al suo valore normale, causando un pregiudizio grave ai produttori dell’Unione Europea. Il nocciolo della questione sembrerebbe uno solo: far capire al governo nazionale che Open Fiber, l’operatore all’ingrosso del mercato italiano, non deve comprare solamente all’estero. Perché il paradosso della “Fos“, storica realtà industriale di Battipaglia, sembrerebbe proprio questo: è l’unico stabilimento di fibra ottica in Italia, ma allo stesso tempo è l’unica azienda che vende poco e nulla in Italia. Con gli investimenti fermi al palo. Tra il 2017 e il 2018, infatti, Prysmian decise di investire 60 milioni di euro per un secondo stabilimento Fos a ridosso di quello già esistente.

FOS, LA SINDACA FRANCESE SCRIVE A GIORGETTI

Poi, la richiesta è calata, e il mercato ha frenato. E allora il progetto, già visibile ad occhio nudo sulla strada provinciale 135, è stato messo in stand by. Mancano i macchinari, e poco più della metà dei milioni di euro da investire. Secondo gli accordi, una volta entrato a regime garantirebbe anche altri 40 posti di lavoro. Ma tutto sembrerebbe legato alle risposte sull’anti-dating e all’incontro al Mise che il governo ha promesso. E prima di lunedì, quando è prevista un’ulteriore riunione, nemmeno le rappresentanze sindacali vogliono esprimersi.

Chi è intervenuto, invece, sulla vicenda è la sindaca Cecilia Francese, che scrive una lettera al ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. «Le notizie relative allo stabilimento Prysmian-Fos, che metterebbero in discussione circa 300 posti di lavori diretti, e 600 dell’indotto, mi preoccupano» scrive in una nota. «C’è necessità che il governo centrale intervenga urgentemente – prosegue la sindaca – per evitare che un settore nevralfico come quello della produzione di fibra ottica rimanga sguarnito. Ci uniamo dunque alle richieste delle organizzazioni sindacali per convocare un tavolo politico e affrontare la situazione». Le risposte dovrebbero arrivare già a novembre secondo le Rsu, che hanno comunque espresso perplessità in particolare sulla vicenda “politica” del problema, a livello europeo e nazionale, dando piena disponibilità ad intervenire tramite i sindacati locali, regionali e nazionali.