Pala Schiavo nel degrado. Il palazzetto dello sport, fino a pochi giorni fa hub vaccinale cittadino ridotto a un tugurio con animali morti.
Da hub vaccinale tra i più grandi e frequentati della Piana del Sele a un tugurio. Nel cuore del rione Taverna, il Pala Schiavo, la struttura divenuta cuore pulsante durante l’ultimo anno della lotta al Covid-19, il mostro dei nostri giorni che da 18 mesi tiene sotto scacco il mondo intero, ha interrotto le attività vaccinali sul finire di ottobre. Lì dove probabilmente tutti i battipagliesi, chi per un tampone al drive-in allestito eccezionalmente, chi per una dose di vaccino durante i numerosi open-day promossi e organizzati dall’amministrazione comunale di Battipaglia, si sono recati in questi mesi per prevenire i contagi o per assicurarsi di non averlo contratto il maledetto virus, oggi s’è trasformato in un luogo ai limiti della salute.
Le immagini che circolano in questi giorni sono raccapriccianti: animali morti, escrementi, infiltrazioni d’acqua in ogni angolo delle pareti e sul tetto, scarti di materiale inerte, polvere, sporcizia e rifiuti di vario genere. È questo lo scenario degli del palazzetto dello sport di via Donizetti, struttura che negli anni, nonostante il susseguirsi di aperture e di chiusure, ha ospitato gare di pallavolo, di basket, di danza, congressi politici ed eventi di vario genere. Ci andarono, per qualche mese, anche i cestisti in carrozzina. Poi cominciò a piovere nel “Pala Schiavo” al punto tale da rovinare il parquet irrimediabilmente. O meglio: la soluzione fu dichiarare la struttura inagibile come impianto sportivo. Niente proroghe né affidamenti, e dei famosi 120mila euro che sarebbero serviti al Comune per acquisire l’agibilità nemmeno l’ombra: solo concessioni occasionali a squadre di calcio a 5 o di pallamano per gli allenamenti.
Fino ad aprile del 2021, quando l’Ente di piazza Aldo Moro decise di concedere in comodato d’uso gratuito lo spazio all’Asl di Salerno per istituire l’Usca, l’unità speciale di continuità assistenziale, al fine di prevenire la diffusione del virus sul territorio, che oggi, nonostante l’interruzione delle attività, non ha ancora portato tutta l’attrezzatura utilizzata per allestire l’hub. È stato sufficiente chiuderla per un po’, la struttura, per far sì che da quartiere generale battipagliese per la lotta al Covid-19 si trasformasse in un luogo dove, senza le dovute attenzioni, qualche malattia la si potrebbe contrarre.