Tari: inversione di rotta rispetto al passato. Si riduce la quota fissa, aumenta notevolmente la quota variabile. Sconti per i grandi appartamenti, penalizzate le famiglie numerose.
Il consiglio comunale rimodula le tariffe della Tari. La proposta è già stata messa nero su bianco, e dovrà essere approvata durante la prossima seduta utile, quando il civico consesso tornerà a riunirsi a Palazzo di Città. Intanto la grossa novità è rappresentata dalle due variazioni significative rispetto all’anno precedente: aumenta notevolmente la quota variabile, quella stabilita dal numero di componenti del nucleo familiare, e si riduce nettamente la quota fissa, la percentuale di pagamento stabilita dalla moltiplicazione di quest’ultima per i metri quadrati d’un’abitazione. La quota fissa passa da 1,77 euro per mq del 2020 a 0,88 centesimi di euro per mq del 2021; la quota variabile, invece, aumenta nel seguente ordine: 150 euro per nucleo familiare con una persona (117 nel 2020), 258 euro per nucleo familiare da due persone (201 nel 2020), 315 euro per nucleo familiare da tre persone (246 nel 2020), 378 euro per nucleo familiare da quattro persone (295 nel 2020), 456 euro per nucleo familiare da cinque persone (356 nel 2020), 510 euro per nucleo familiare da sei o più persone (399 nel 2020).
SCONTI PER LE GRANDI ABITAZIONI, PENALIZZATE LE FAMIGLIE NUMEROSE
Il nuovo tariffario premia le abitazioni più grandi con meno familiari all’interno. Volendo prendere ad esempio il parametro medio d’una casa di 80 metri quadrati con 4 abitanti, rispetto all’anno passato la famiglia verrebbe penalizzata: se nel 2020 avrebbe pagato 436 euro circa, per il 2021 dovrà corrispondere all’Ente 448 euro. Discorso diverso, paradossalmente, per una famiglia benestante di 3 persone che vive in una casa di 200 mq. Nel 2020 avrebbe dovuto sborsare nelle casse del Comune 600 euro, secondo il nuovo tariffario, invece, il risparmio è di oltre 100 euro: pagherebbe 491 euro. Tariffe che mirano ad incassare denaro dai nuclei familiari che producono più spazzatura, intuibilmente quelli più numerosi. Ma che paradossalmente potrebbe penalizzare, seppur lievemente, le famiglie numerose in genere quelle con redditi più bassi in proporzione.
L’ex Tares, oggi Tari, la tassa sui rifiuti che ogni Comune incassa per finanziare e garantire il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, costerà complessivamente alla collettività 11,5 milioni di euro: 8,5 per la quota variabile e circa 3 milioni di euro per la quota fissa. Saranno queste, almeno per il prossimo anno, le nuove tariffe per i cittadini battipagliesi. Che intanto attendono ancora il vecchio. Diverse centinaia di utenti, infatti, lo scorso agosto, come di consueto, non hanno ricevuto il modulo da pagare con possibilità di dilazionare l’importo totale da versare in due o tre rate. Si pensò a un ritardo dovuto alle elezioni comunali, ma anche dopo ottobre nelle buche postali dei cittadini battipagliesi non è arrivato nulla. Probabilmente l’avviso arriverà prima di fine gennaio, resta da capire se l’opzione di rateizzare, a quel punto fino all’estate, sarà comunque disponibile o gli utenti saranno costretti a sborsare l’intero importo in un sol colpo.