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L’ex Tabacchificio adibito a parcheggio per le auto dei dipendenti di Alba. Negli anni molti le hanno rimosse, ma alcune ancora giacciono lì in barba ai richiami del direttore Ficetola.

Nella città del maxi-parcheggio di recente inaugurato, c’è chi trova una seconda via. È l’ex Tabacchificio di via Rosa Jemma, trasformato in un garage ad hoc riservato esclusivamente ai dipendenti di Alba. Il capannone di proprietà dell’Ente dove un tempo le “tabacchine” lavoravano il tabacco per esportarlo in tutta Europa, parte d’una struttura che oggi vale ben 7 milioni di euro e che il Comune non è mai riuscito a vendere negli ultimi 10 anni, adibito a parcheggio per le macchine in esubero di proprietà di alcuni operai di Alba, la società in house che in città s’occupa di rifiuti e manutenzione, nonostante in quell’area il parcheggio delle automobili sarebbe vietato.

DUE AUTO D’EPOCA RICONDUCIBILI A UN OPERAIO PROSSIMO ALLA PENSIONE

Nel vasto capannone, a pochi passi dalla sede dei vigili urbani e degli uffici della partecipata, dove infiltrazioni d’acqua e crolli di calcinacci negli anni l’hanno fatta da padrone, tutto tace. Nessuno ha visto nulla. Ci sono ancora quattro auto d’epoca: sono lì, in fila orizzontale, parcheggiate da svariati anni. C’è una Fiat Uno, una Volkswagen Golf, e poi due macchine vecchie di 50 anni: una Fiat Spider 124, e una Triumph Spitfire Mk4, entrambe riconducibili a un netturbino di Alba ormai prossimo alla pensione. Ne sono rimaste quattro, ma dal 2007 ad oggi erano molte di più. Poi, sulle scrivanie degli operai arrivò una lettera firmata dal direttore tecnico di Alba, Giovanni Ficetola, dove venne intimato ai dipendenti di rimuovere le automobili parcheggiate nella proprietà privata. Alcuni diedero retta a Ficetola, altri no. Negli anni si sono succedute altre segnalazioni da parte del direttore tecnico, nelle quali si faceva menzione anche della possibilità di procedere con la rimozione forzata. Dei carroattrezzi, però, in via Rosa Jemma, nemmeno l’ombra. Sono rimaste lì a prendere polvere, senza che nessuno muovesse un dito.

Un’area di proprietà privata, del Comune, dove nella prima decade degli anni ‘00 si tentò pure, in più di un’occasione, di adibirlo a mercato coperto. Il progetto fallì, e negli ex capannoni del Tabacchificio si si accumulò solamente polvere e pioggia. E, di tanto in tanto, qualche segnale stradale in disuso. Addirittura, tre anni fa un’auto dei caschi bianchi fu danneggiata significativamente a causa del crollo di alcune pietre dal tetto e dalle pareti circostanti. Fu probabilmente l’occasione giusta per capire che lì dentro, le automobili era meglio non parcheggiarle più. Quattro auto “superstiti”, però, sono ancora lì. Probabilmente tutte di proprietà di dipendenti di Alba. Due, sicuramente, fanno sapere dagli stessi uffici. Riconducibili a un netturbino dell’azienda in house dell’Ente di piazza Aldo Moro, che con gli automezzi pare non abbia un gran feeling. Lo scorso 12 ottobre, a seguito del blitz eseguito un anno prima dai carabinieri di Battipaglia, coordinati dal maggiore Vitantonio Sisto, 11 avvisi di conclusioni delle indagini furono stati notificati ad altrettanti lavoratori della partecipata. Assenteismo e furto di carburante, queste le ipotesi finite al vaglio dei militari dell’Arma dei carabinieri, che stanno ancora svolgendo le indagini, in particolare sui Gps posizionati sui vari mezzi di proprietà dell’azienda e sulle schede carburante.