Funzionari febbricitanti, il consiglio comunale previsto per il 2 febbraio 2022 rinviato a data da destinarsi. La riunione d’assise si sarebbe dovuta svolgere questo pomeriggio.
La febbre ferma il consiglio comunale. Il parlamentino non si riunirà a Palazzo di Città, questo pomeriggio, come inizialmente previsto. Due alti funzionari sono bloccati a casa con la febbre, in attesa dell’esito dei tamponi. E allora il presidente del consiglio, Angelo Cappelli, ha comunicato il rinvio ufficiale a data destinarsi. Si resterà in attesa di conoscere le condizioni di salute dei due funzionari per individuare la prima data utile e riconvocare il consiglio comunale. Due, in particolare, i punti all’ordine del giorno molto attesi. L’approvazione della rimodulazione delle tariffe Tari (la tassa sui rifiuti) e la presa d’atto della cessazione della procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. In materia di tributi, la rimodulazione ha sostanzialmente previsto un’inversione di rotta rispetto al passato con il notevole aumento della quota variabile, quella stabilita dal numero di componenti del nucleo familiare, e la consistente riduzione della quota fissa, la percentuale di pagamento stabilita dalla moltiplicazione di quest’ultima per i metri quadrati d’un’abitazione.
In soldoni, il nuovo tariffario premia le abitazioni più grandi ma con meno persone al suo interno, penalizzando invece i nuclei familiari più numerosi. L’altro argomento, ancora molto caldo, è la fuoriuscita dalla procedura di riequilibrio finanziario ottenuta lo scorso novembre dal Comune di Battipaglia. Una notizia che ha diviso la politica, in particolar modo a seguito della relazione che i giudici della Corte dei Conti hanno pubblicato a fine 2021, nella quale è stato evidenziato che, aritmeticamente, l’Ente di piazza Aldo Moro può considerarsi fuori dal riequilibrio in virtù dell’esercizio 2020 chiuso positivamente. Su questo, però, ha fortemente inciso la quantità di fondi statali erogati in favore del Comune: 31 milioni di euro a fondo perduto, durante il Covid, come contributo destinato ai comuni in dissesto finanziario e i fondi di rotazione che, unitamente ad altri sussidi ricevuti durante la pandemia, costituiscono comunque un ulteriore debito da ripianare. Le toghe napoletane hanno inoltre acceso i riflettori sulle «anomalie contabili», sul drastico calo nella riscossione delle tasse (scesa nel 2021 a poco più del 50%) e sui beni mai venduti o messi a reddito in nove anni nonostante fosse da sempre considerato lo snodo principale della procedura di riequilibrio.