George Bochetto, avvocato della famiglia di Claudio Mandia, rompe il silenzio sui giorni antecedenti alla morte di Claudio. «Isolato per tre giorni, trattamento primitivo. College responsabile del decesso».
«La “EF Academy” è responsabile della morte di Claudio». La disperazione della famiglia Mandia è contenuta tutta nella nota affidata al legale statunitense George Bochetto, che dalle ore immediatamente successive alla tragedia sta fornendo assistenza legale a Mauro Mandia ed Elisabetta Benesatto, genitori del 17enne battipagliese morto il 18 febbraio, il giorno prima del suo compleanno, in circostanze ancora misteriose. E mentre sulle cause del decesso c’è ancora il massimo riserbo da parte della famiglia, sui giorni antecedenti alla morte di Claudio il ghiaccio si rompe. «Fin quando non si concluderanno le indagini – commenta l’avvocato statunitense, raggiunto telefonicamente – non scenderemo nei dettagli. Bisogna rispettare la privacy della famiglia. Appare chiaro, però, che Claudio è stato sottoposto a un regime di isolamento dai funzionari della scuola come “punizione” per un compito andato male».
UN COMPITO ANDATO MALE, POI LA TRAGEDIA
Il sogno americano del giovane battipagliese s’è trasformato in un incubo a partire da lunedì 14 febbraio, quando dall’amministrazione comunicano al 17enne che rischia l’espulsione dal college. Il motivo? Avrebbe copiato un compito essenziale per il diploma. E nel prestigioso campus newyorchese, che sorge nella contea di Westchester, a Nord di Manatthan, chi infrange le regole viene punito severamente. E allora Claudio viene trasferito dalla stanza che condivideva con altri colleghi in isolamento. Segregato. È la pena che la “EF Academy” riserva a chi rischia l’espulsione. E negli anni passati i precedenti sono numerosi. Mai, però, prima d’ora, erano finiti col giallo. Chissà cos’è passato nella testa di Claudio in quelle 72 ore. Forse aveva timore di essere espulso. Forse non aveva il coraggio di rivelarlo ai genitori che, intanto, dall’altra parte dell’Oceano erano saliti su un aereo per raggiungere la Grande Mela e festeggiare insieme al figlio il diciottesimo compleanno.
Dubbi che Claudio s’è portato per sempre con sé quella maledetta notte tra giovedì e venerdì scorso, quando il cuore del talentuoso giovane ha smesso di battere. Solamente le indagini, affidate al commissariato di Mount Plesant, potranno fare luce sull’ipotesi suicidio che, ad oggi, sembrerebbe la spiegazione più plausibile. «Sottoporre a misure così primitive un ragazzo di 17 anni è inimmaginabile per la famiglia Mandia che ritiene questa la causa diretta del decesso di Claudio mentre era solo e incustodito» ha aggiunto Bochetto. L’amministrazione della “EF Academy” ha garantito piena collaborazione alle indagini della polizia, riservandosi di replicare alle accuse mosse dalla famiglia Mandia, secondo la quale Claudio avrebbe ricevuto «trattamenti inimmaginabili all’interno del campus» quando il caso sarà chiuso.