Lo storico ambulante di via Belvedere dovrà andare via dopo che il Comune ha ridisegnato la nuova mappa dei posteggi fuori mercato.
«Mia madre e mio padre hanno iniziato nel 1972 qui. Oggi il Comune vuole sfrattarci senza nemmeno confrontarsi: ci hanno messo da parte». Parole di rammarico, quelle che alle 12.30 d’un venerdì mattina pronuncia Franco Falcone, 39enne battipagliese e venditore ambulante prodotti alimentari lungo via Belvedere, a pochi passi dall’autostrada. Un’attività che si tramanda di generazione in generazione: quando ha iniziato, la famiglia Falcone, era il 1972. «Era una Battipaglia diversa – commenta Falcone -. C’era una sola lunga strada e i terreni della Concoper. Adesso, dopo 50 anni rischiamo di dover andar via». Tra le mani, il ragazzo battipagliese, ha un «incartamento»: lo chiama così. Sono le varie autorizzazioni che negli anni il Comune gli ha rilasciato per svolgere l’attività in via Belvedere, in quella che ai posteggiatori è nota come “Lettera I”.
«IL COMUNE CI HA MESSO DA PARTE, AVREBBE POTUTO CONVOCARCI»
Dagli stessi uffici, e dalla stessa amministrazione comunale, però, pochi giorni fa è arrivata la nuova disposizione che ha ridisegnato la mappa dei posteggi fuori mercato: l’area di via Belvedere verrà cancellata definitivamente a partire dal prossimo luglio. «Sulla nuova mappa – prosegue Falcone – siamo scomparsi, ma il mio legale è già pronto ad intervenire: non solo abbiamo i punteggi di anzianità, ma a me come a tanti altri “storici” quei posti spettano per 12 anni: ci siamo iscritti alla Confcommercio proprio per tutelarci, e ci hanno detto che se si vince un bando per 3 o più volte si ha diritto a rimanere per 12 anni. Noi vorremmo semplicemente che i nostri diritti vengano rispettati, ma il Comune non ci ascolta. Anzi: ci ha messo da parte».
Una chiamata che da Palazzo di Città non è mai arrivata. «Mi sarei aspettato una convocazione – afferma il 39enne battipagliese – quantomeno per discutere della nuova piantina e dei nuovi posti. Questa nuova mappa mi penalizza tantissimo, non potrei mai mettere un’attività del genere, dedita alla vendita di olive, baccalà e prodotti freschi, dietro il Pala Zauli. Io credo che loro abbiano fatto un errore inserendo un’altra attività nella stessa area che dovrebbe prevederne una solamente, e adesso vogliano rimediare». Nessun risentimento verso il “vicino di casa”, il proprietario della paninoteca “Svalvolato”. «Lui ha presentato dei ricorsi –continua Falcone – e saranno i giudici a valutare, ma non ho niente contro di lui. Anzi, ben venga poter stare in due se è consentito. Dal mio canto posso dire che l’unico autorizzato ad esserci sono io, ma ripeto: forse l’errore è di qualcun altro…».
FALCONE: «LA PARENTELA CON MIO ZIO? CI PARLIAMO DA UN MESE»
E Franco mette a tacere anche le dicerie sulla parentela con il suo omonimo, il Franco Falcone che siede in consiglio comunale da 25 anni ed ex presidente del consiglio. «Ci parliamo da un mese circa per vicende personali, non l’ho nemmeno mai votato. Politicamente non mi ha mai aiutato nessuno contrariamente da quanto si sente in giro». L’ambulante di via Belvedere, poi, tira fuori un’altra carta: «Questa è la relazione della polizia stradale di Eboli che dice: dall’uscita dell’autostrada fino alla rotatoria non è competenza del Comune ma della polizia stradale. L’ho protocollato 10 anni fa al Comune, loro manco lo sapevano. Spero che potranno rimediare ai loro errori e trovare una soluzione che possa accontentare tutti. Questo è un lavoro come tutti gli altri, e sono in tanti a tirare su una famiglia con questa attività».