“Restituiamo un po’ di bellezza alla città” – di Michele Malandrino

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Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”. Queste parole furono scritte da Peppino Impastato, tanti anni fa. E sono le parole più giuste mai scritte sul concetto di bellezza.

A Battipaglia a causa del disinteresse e dell’abbandono, nel corso degli anni si è accumulata tanta bruttezza, forse la città è nata brutta poiché si è dato spazio solo alla speculazione edilizia tralasciando qualsiasi cura per gli spazi destinati alla collettività. Negli anni, causa il taglio continuo di risorse destinate alla manutenzione anche lungo le poche strade principali si sono accumulati esempi di incuria, in una sorta di gara tra pubblico e privato a chi ha fatto peggio.

E così la cittadina, gradualmente, è diventata una vera e propria “mostra degli orrori” a cui, purtroppo, i cittadini hanno fatto l’abitudine. Nella prossima campagna elettorale si dovrebbe parlare di restituire un po’ di bellezza alla città, poiché la bellezza, indipendentemente da dove e come viene riconosciuta, è unanimemente associata a emozioni positive e a un sentimento di appagamento. Poiché è giusto e necessario parlare di infrastrutture, servizi sociali, macchina comunale efficiente, gestione dei rifiuti ma si dovrebbe puntare anche ad una specie di Piano Marshall per riconsegnare alla gente attraverso un minimo di bellezza il senso identitario smarrito.

Si è di Battipaglia ma non ci si riconosce più in essa. Come la si restituisce la bellezza? Sistemando i marciapiedi, piantando ovunque aiuole fiorite, riconvertendo le ville comunali in giardini multicolore, imponendo ai proprietari privati di riqualificare i propri spazi, consentendo agli artisti di strada di disegnare loro opere sui muri della città.

E non è cosa collaterale di un programma di governo cittadino ma l’elemento cardine poiché la contemplazione della bellezza risulta per molti collegato al rapporto tra l’emozione positiva, sperimentata attraverso il riconoscimento di quanto ci circonda, e noi stessi.

Dunque, il piacere derivante dalla bellezza percepita sarebbe fonte di benessere, di auto-conoscenza, e di orientamento nel mondo. In questo senso la bellezza è un movimento, che parte da una sollecitazione sensoriale piacevole e produce emozioni positive. E forse la direzione della bellezza è proprio il vero e il buono, molto semplicemente qualcosa che può farci solo bene poiché la bellezza è “promessa di felicità”.

La sfida quindi è quella di aumentare la qualità della vita delle persone, la loro armonia con l’ambiente, l’incontro e l’aiuto reciproco appagandoli con quanto di bello la natura e l’estro umano ci consegnano, con il fine di riallacciare quelle relazioni umane smarrite puntando a condividere la bellezza che si prova e quella che si ha. Rendere ‘instagrammabile’ Battipaglia, come un piatto di sushi, è possibile: bisogna desiderarlo veramente.