foto da Affari Italiani
Nel 2014 la Lega, all’epoca “Lega Nord Basta Euro”, raccolse appena 167 voti nella città di Battipaglia alle elezioni europee. Era ancora un partito fortemente secessionista e il dato, nonostante si attestasse allo 0,87%, fu accolto polemicamente in città. Oggi, è il secondo partito cittadino con 4.685 voti, dietro solamente al Movimento Cinque Stelle.
“Come si cambia, per non morire” cantava Fiorella Mannoia nel 1984 quando Bettino Craxi era alla guida del primo governo socialista in Italia. Oggi, lo scenario è un po’ diverso. La “Lega Salvini Premier”, all’indomani delle elezioni europee, si è divorato il paese. Ha vinto un po’ ovunque. Qualcuno parla di “resistenza” al sud e nelle isole, ma probabilmente dimentica che, cinque anni fa, il partito del Carroccio sembrava sull’orlo del tramonto, con un 6% nazionale che aveva ragione d’esistere solo grazie alle roccaforti storiche della Padania.
Cinque anni fa la Lega si presentava alle elezioni europee con la scritta “Basta euro” nel simbolo. E a Battipaglia raccoglieva appena 167 voti (lo 0,87%). Quel dato fu commentato polemicamente, quasi con meraviglia, in città. Sarebbe curioso sapere cosa ne pensano, i polemici e i meravigliati, del risultato ottenuto all’ultima tornata elettorale: quattromilaseicentottantacinque voti. Vale a dire il 25% dei consensi. Il secondo partito in città, dietro (di poco) solo al Movimento Cinque Stelle.
Nel corso di questi anni la Lega ha saputo cambiare pelle. Il secessionismo non attecchiva più, la protesta contro l’Euro andava inserita in un contesto di lotta all’Unione Europea e alla grande finanza, e l’immigrazione era il nuovo argomento di tendenza sul quale puntare per ottenere consensi in tutto lo Stivale. Un successo che inizia con le battute d’arresto delle forze più centriste e liberali come Forza Italia e Partito Democratico, e che si materializza dopo l’alleanza di governo con il M5S.
Le ragioni del trionfo della Lega a Battipaglia sono da ricercare anche nell’appoggio del consigliere d’opposizione, più volte candidato a sindaco, Gerardo Motta che durante un recente consiglio comunale annunciò apertamente il suo sostegnk alla Lega e al candidato Massimo Casanova, che a Battipaglia ha ottenuto ben 516 voti. Con Tozzi in Fratelli d’Italia e i consiglieri di maggioranza in Forza Italia, l’unica scelta “a destra” per l’imprenditore battipagliese rimaneva la Lega. Una scelta di estrema destra, più che di destra, certo, ma quando si tratta di puntare al governo cittadino il partito passa in secondo piano, Battipaglia ce lo insegna. Le europee iniziano a delineare lo scacchiere politico e, insieme alle regionali 2020, rappresentano il crocevia prima delle elezioni amministrative 2021. La città è avvisata.