A Battipaglia, dopo il disastro ambientale avvenuto nei depositi della New Rigeneral Plast, abbiamo respirato diossina. Ce lo dicono i rilievi dell’Arpac.
Dai primi rilievi effettuati dall’Arpac nei giorni 5 e 6 agosto, in seguito al disastro ambientale avvenuto a Battipaglia, quando 2.000 tonnellate giacenti nei depositi della New Rigeneral Plast di Meluzio sono andate a fuoco, arriva la notizia che nessuno avrebbe voluto sentire: i cittadini battipagliesi hanno respirato diossina.
La diossina, composto cancerogeno altamente tossico per l’uomo e per gli animali, è tra i veleni più potenti che esistano. E viene sprigionata, nella maggior parte dei casi, quando la plastica va a fuoco.
Secondo i rilievi effettuati in via Lanzalone, e pubblicati lo scorso 7 agosto, l’aria è risultata contaminata. Non essendoci limiti di legge imposti per la concentrazione di tale veleno nell’aria, viene usato un parametro di riferimento che è 0,15 pg/Nmc.
Il 5 agosto, questo limite è stato superato. Il 6 agosto no. Ma è una normale conseguenza del dissolvimento nell’aria e nelle zone limitrofe dei veleni.
Nei giorni scorsi, grazie al supporto dell’ingegnere Daniele Sofia di Sense Square, avevamo messo al corrente la popolazione e i lettori del fatto che Eboli rischia di uscire danneggiata da questo grosso incendio.
Il 3 agosto, infatti, il vento spirava in quella direzione. E la nube è arrivata sino a Campagna. Il giorno dopo, il consigliere ebolitano Damiano Cardiello ha chiesto l’intervento dell’Arpac affinchè le zone prossime all’incendio fossero interessate dai rilievi. E nei prossimi giorni, se le analisi verranno effettuate, sapremo se pure Eboli è stata avvelenata.