L’obiettivo di questa trattazione è presentare alcuni indici statistici relativi all’epidemia di Sars-CoV-2 (coronavirus) nella regione Campania, con un focus specifico sulla provincia di Salerno.
Nel leggere i seguenti dati è necessario non dimenticare mai che ad ogni numero corrisponde un lutto. Il rispetto per i pazienti deceduti a causa dell’epidemia si declina nel cercare di aiutare a comprendere l’evoluzione della medesima. Questo è lo scopo di questo articolo, nessun altro.
Analisi della mortalità al Centro-Sud
La mortalità è banalmente definibile come il rapporto tra il numero di deceduti e l’intera popolazione in esame, in un certo intervallo di tempo. Essa è quindi differente dalla letalità, definita come il rapporto tra il numero dei deceduti e il numero di soggetti contagiati.
Per capire l’impatto dell’epidemia in termini di mortalità, non è sufficiente contare il numero dei pazienti deceduti a causa del coronavirus. Un numero fornito senza alcun riferimento non ha alcun senso.
Se io vi dicessi di aver corso i 100 metri piani in 8 secondi, mi dareste del matto o del baro e lo fareste semplicemente perché conoscete, seppure vagamente, il record del mondo, superiore ai 9 secondi. Di conseguenza, reputereste alquanto improbabile aver migliorato il record di ben 1 secondo. Impossibile per un ingegnere di 37 anni, a meno che non abbia usato una bicicletta. Questo ragionamento vi è possibile perché avete un riferimento con il quale confrontare il dato fornitovi.
Come facciamo a capire se i decessi giornalieri sono sensibilmente aumentati o meno? Qual è il nostro riferimento?
Nel rapporto del Ministero della Salute “Andamento della Mortalità Giornaliera (SiSMG)” (LINK DIRETTO) si analizzano 19 città campione per comprendere la variazione della mortalità generale (al 31 Marzo). Si analizzano TUTTI i decessi, non solamente quelli per coronavirus, proprio per capire se vi sia qualcosa che non vada (come, appunto, una epidemia).
Viene effettuato un confronto tra i dati di mortalità giornaliera reali e un valore di “mortalità giornaliera attesa”. La “mortalità giornaliera attesa” è la media di decessi giornalieri calcolata dal 2015 al 2019, pesata in base alla popolazione residente: è il nostro riferimento. Tale valore è noto, in lingua inglese, come “baseline“, essendo la base del confronto.
Concentriamoci sui risultati delle città campione della zona Centro-Sud. La mortalità generale al 31 Marzo non risulta significativamente aumentata. Il che non significa che la mortalità non sia aumentata rispetto alla baseline: ciò è avvenuto a partire dal mese di Marzo (mentre in precedenza i valori erano inferiori alla baseline). Significa che tale aumento non ha superato un certo intervallo atteso (evidenziato dal colore grigio di fondo, intorno alla linea tratteggiata).
Come si evince dal grafico, la mortalità giornaliera reale rientra nell’intervallo atteso, pur superando la baseline a partire da Marzo. Il valore atteso a fine Marzo doveva essere compreso tra 120 e 80, diciamo 100, mentre i decessi reali sono stati 120 circa.
I dati del Nord Italia sono un efficace termine di paragone, dato che purtroppo la situazione è infinitamente differente. Nelle città campione della zona Nord, la mortalità giornaliera ha avuto un picco tale da raddoppiare il numero di decessi rispetto al valore atteso (da 120 circa a più di 240, nella settimana di picco a fine Marzo).
L’istogramma, presentato qui sopra, può aiutarci a capire meglio il discorso dell’aumento in percentuale: è vero, vi sono stati più decessi della media degli ultimi 5 anni, senza però che tale aumento risultasse superiore al 20% per gli uomini e 10% per le donne. Al nord l’incremento è pari a +82% negli uomini e +57% nelle donne. Attenzione: l’incremento NON è sul singolo giorno ma sul totale del periodo considerato.
Secondo il Report dell’Istituto Superiore di Sanità del 13 Aprile (LINK DIRETTO) circa il 90% dei deceduti a causa del coronavirus ha più di 65 anni. È d’uopo, quindi, focalizzare lo studio sugli over 65.
In questi grafici, l’andamento della mortalità viene suddiviso in base alle fasce di età più colpite. La mortalità in soggetti tra i 65 e gli 84 anni risulta in chiara diminuzione al 31 Marzo, rispetto alle prime 3 settimane di Marzo. Per i pazienti over 85 l’andamento della mortalità è, invece, in crescita.
Analisi della mortalità in Campania e in Provincia di Salerno
Confrontiamo i dati di mortalità generica del sito UrbiStat (LINK DIRETTO), con i dati del coronavirus (Protezione Civile, Regione Campania, ASL Salerno).
Possiamo stimare i decessi giornalieri in Campania in base al dato di mortalità annuale: 160 decessi al giorno. Esso è il nostro valore giornaliero atteso. Al 16 Aprile risultano 286 decessi per coronavirus. Primo decesso: 6 Marzo. Consideriamo, quindi, un arco di 41 giorni. Decessi per qualsiasi causa attesi in questo arco: 6.560. Supponendo che i decessi di coronavirus vadano a sommarsi al valore atteso, allora essi rappresentano il 4% del totale dei deceduti.
In Provincia di Salerno ci aspettiamo circa 30 decessi al giorno per qualsiasi causa. Al 15 Aprile risultano 50 decessi per coronavirus. Primo decesso: 9 Marzo. Consideriamo, quindi, un arco di 37 giorni. Decessi per qualsiasi causa attesi in questo arco: 1.110. Supponendo che i decessi di coronavirus vadano a sommarsi al valore atteso, allora essi rappresentano il 4% del totale.
Conclusione: la mortalità in Campania e nella provincia di Salerno è certamente aumentata a causa del coronavirus, al contempo tale aumento non è significativo dal punto di visto statistico, quantomeno dal confronto con il riferimento della mortalità media negli ultimi 5 anni; inoltre l’andamento della mortalità tende a diminuire a partire da fine Marzo.
Previsione sui decessi in Campania
Presentiamo ora lo studio dell’ Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) della Università di Washington: “COVID-19 Projections” (LINK DIRETTO). L’analisi è stata effettuata in maniera specifica anche per la Regione Campania. Diamo uno sguardo all’andamento dei decessi giornalieri con relativa previsione.
Già in data 20 Aprile dovremmo iniziare a registrare 0 nuovi decessi dovuti a coronavirus nella Regione Campania, con un intervallo di incertezza del 95%.
In sintesi, secondo l’Università di Washington, dal 22 Aprile non vi saranno più decessi per coronavirus in Campania.
Previsioni sulla diffusione del contagio in Campania
Per valutare l’andamento della diffusione del contagio, è necessario studiare l’ormai famoso indice R0 (APPROFONDIMENTO): il “tasso di riproduzione del contagio“.
Secondo lo studio del “Centre for the Mathematical Modelling of Infectious Diseases” della “London School of Hygiene & Tropical Medicine“, “Temporal variation in transmission during the COVID-19 outbreak” (LINK DIRETTO) R0 è ora circa 0,9.
Il “tasso di riproduzione del contagio” esprime il numero (medio) di persone che ogni soggetto infetto contagia durante l’intera epidemia. All’inizio del’epidemia arrivava quasi a 3, di conseguenza il virus si stava diffondendo molto velocemente: da un singolo caso, dopo 10 passaggi, si rischiavano circa 60.000 nuovi contagiati! Un R0=1,5 ad esempio, dopo 10 passaggi, porterebbe circa 60 nuovi contagiati. Un R0=0,9 (o comunque inferiore a 1) determina una sorta di controsenso matematico nella propagazione: dopo 2, 10 o più passaggi avrei un valore sempre più vicino allo 0. Questo significa semplicemente che l’epidemia non si propaga più.
Dopo la prima settimana di Aprile, R0 è sceso al di sotto del valore 1, cioè ogni ammalato contagia meno di un’altra persona (suona strano ma si ragiona in media) e quindi l’epidemia è quasi estinta.
Stima dei contagi reali in Campania e in Provincia di Salerno
Contare i casi accertati ci offre solamente un quadro parziale della situazione. Il numero reale di contagiati è sicuramente più grande di quello che riusciamo a registrare tramite le analisi (i famosi tamponi) (APPROFONDIMENTO).
Per avere una stima del totale dei casi avuti in Campania e a Salerno possiamo utilizzare la stima del “tasso di letalità reale” (IFR). Il tasso di letalità è il rapporto tra i decessi e i casi reali (che vogliamo stimare): ipotizzato, attraverso opportuni studi epidemiologici, un certo valore dell’IFR, essendo noto il numero dei decessi, posso ricavare una stima dei casi reali.
Secondo lo studio “Recovering estimates of the infected fatality rate during an ongoing pandemic through partial data” del dottor Matteo Villa (LINK DIRETTO) esso è di circa 1,1% (per chi ne capisce un po’ di statistica: 95% CI, 0,2% – 2,1%): di tutti i contagiati, solamente l’1,1% arriverà ad esito fatale.
Troviamo un modo semplice per effettuare la nostra stima, dato che si tratta solamente di comprendere l’andamento e non di ottenere un indicatore statistico specifico. Partendo dal numero di decessi, che come detto rappresenta circa l’1% dei contagiati, possiamo ottenere il numero di contagiati reali aggiungendo due 0 al numero di decessi. Otterremo la stima dei casi totali a partire dal primo giorno, quindi inclusi coloro che ormai sono guariti o, purtroppo, deceduti.
In Campania abbiamo avuto fino al 16/04 286 decessi, ci aspettiamo circa 28600 casi (totali, fino ad ora).
In provincia di Salerno fino al 15/04 vi sono stati 50 decessi, ergo possiamo supporre vi siano stati almeno 5000 contagiati.
Situazione dei ricoveri
Il principio fondamentale sul quale si basa la scelta del lockdown è la riduzione dello stress sul sistema sanitario: dato l’altissimo tasso di contagio iniziale, cerco di minimizzare i contatti (e quindi i contagi) per evitare di saturare i posti in ospedale (APPROFONDIMENTO). È quindi d’uopo analizzare l’andamento dei ricoveri in Campania e le relative previsioni.
Torniamo allo studio dell’ Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) della Università di Washington (LINK DIRETTO) e alle valutazioni effettuate sulla Campania.
Nel grafico presentato qui sopra, sono presenti le stime dei ricoveri totali (in viola), dei ricoveri in terapia intensiva (in verde) e dei pazienti intubati (in blu).
Secondo tale proiezione, in data 27 Aprile, in Campania non vi saranno più pazienti intubati a causa del coronavirus; in data 28 Aprile non vi saranno più ricoverati in rianimazione; in data 2 Maggio non vi saranno più ricoverati per coronavirus.
Tenendo conto anche degli intervalli di confidenza della stima, a partire dal 4 Maggio non vi saranno più casi attivi di coronavirus in Campania.
Stress del Sistema Sanitario Nazionale
Il già citato dottor Matteo Villa (LINK DIRETTO), esperto di statistica dell’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, LINK DIRETTO), ha presentato uno studio fondamentale sullo stress del sistema sanitario. Villa ha rapportato la capienza massima dei reparti di rianimazione con i pazienti ricoverati per coronavirus, ottenendo un parametro di immediata lettura per capire l’andamento della epidemia.
In Campania, in data 13 Aprile, il rapporto tra ricoverati per coronavirus in terapia intensiva e posti totali risulta essere del 16%. In data 16 Aprile i ricoverati in rianimazione per coronavirus in Campania risultano 76, con 506 posti totali, ergo lo stress dovuto al COVID-19 è del 15%.
Attenzione, non confondetevi: non significa che solamente il 15% dei posti sia occupato, ci sono tantissime altre patologie che necessitano di assistenza in terapia intensiva: l’indice traduce in numeri quanto il coronavirus pesi sulle risorse del sistema sanitario. In Lombardia lo stesso valore è ben 76%, 5 volte superiore alla Campania. Il monitoraggio, aggiornato ogni giorno dal dottor Villa, è disponibile a questo indirizzo: LINK DIRETTO.
Villa ha poi creato un grafico in cui ha messo in relazione il numero di ricoverati attuali rispetto al numero di ricoverati nel giorno di picco (in percentuale) ed il numero di giorni trascorso dal picco. In questo modo si ha una immediata visione di quanto lontani siamo dal momento peggiore dell’epidemia, ovvero quanto la situazione tenda al miglioramento.
Più si ci trova in basso a destra, migliore è la situazione perché significa che si hanno assai meno ricoverati rispetto al valore di picco e sono passati più giorni dal picco stesso (quindi si ci avvicina alla fine dell’epidemia).
Ebbene, come si evince dal grafico, la Campania risulta la regione con la situazione migliore.
Analisi del lockdown
Uno dei temi principali è quello del (mancato) rispetto del lockdown. I cittadini italiani hanno rispetto le misure di contenimento? In particolare, i cittadini campani, salernitani e battipagliesi, come si sono comportati?
Possiamo comprendere la situazione analizzando i dati della mobilità dei cittadini: rispettare il lockdown significa non muoversi. La Apple ha messo a disposizione i suoi dati (LINK DIRETTO) ottenuti attraverso Apple Maps.
Il grafico nazionale parla chiaro: a partire dal mese di Marzo, il lockdown ha prodotto un calo degli spostamenti superiore all’80% (rispetto al valore di riferimento). Tuttavia, il sistema operativo di Apple iOS copre solamente il 20% degli utenti italiani, di conseguenza il quadro potrebbe essere, teoricamente, parziale.
Per analizzare la situazione in maniera più approfondita (in particolare quella della Campania e di Salerno), utilizziamo gli strumenti messi a disposizione da ENEL X e HERE: “City Analytics – Mappa di Mobilità: analisi dei flussi di mobilità nazionale, per supportare l’analisi delle misure di contenimento e degli scenari di ripresa del Paese” (LINK DIRETTO).
Sono stati analizzati veicoli connessi alla rete, mappe elettroniche, sistemi di navigazione, applicazioni mobili e dati della pubblica amministrazione.
Il valore di riferimento rispetto al quale si calcola la percentuale di decremento (o incremento) è la media pesata per giorni della settimana dei flussi registrati nel periodo 13 gennaio – 2 febbraio 2020. Traduciamo: i dati ci dicono quanto siano diminuiti gli spostamenti (in %) rispetto a quanto avveniva a Gennaio, cioè quando non c’era il lockdown.
Numero di movimenti: percentuale di decremento (o incremento) del totale flussi di mobilità. La Campania è la regione che si è comportata meglio in assoluto, con il 61% in meno rispetto al mese di Gennaio (Friuli maglia nera con il 40%). Nell’ultima settimana i movimenti, rispetto alla settimana precedente, sono aumentati del 4%.
Chilometri percorsi: percentuale di decremento (o incremento) giornaliero del totale chilometri percorsi. La Campania è terza, dietro a Basilicata e Calabria, con il 72% in meno rispetto a Gennaio (la Lombardia è al 62% in meno).
Conclusione: in base ai dati sul movimento dei cittadini, possiamo affermare che il lockdown sia stato rispettato a livello nazionale e in particolare in Campania (a Salerno e Battipaglia soprattutto).
Coronavirus: quadro sintetico della Provincia di Salerno
Diamo uno sguardo ai dati (al 15 Aprile) forniti dall’ASL Salerno ed elaborati dalla dottoressa Pacifico (LINK DIRETTO, aggiornati tutti i giorni).
I ricoverati in terapia intensiva sono 8, il 2% del totale. I ricoverati totali sono 86, il 16% del totale dei casi. Il 75% dei casi presenta sintomi lievi o assenti o è già guarito. Sono deceduti (al 15 Aprile) 50 pazienti, il 9% dei casi accertati.
I ricoverati per coronavirus sono 86 (sempre al 15 Aprile). Essi rappresentano lo 0,007% della popolazione della provincia di Salerno.
Il 20% dei deceduti aveva un’età compresa tra 50 e 70. Solamente 5 deceduti su 50 avevano una età compresa tra 30 e 50 anni.
Il 70% dei deceduti aveva un’età superiore a 70 anni.
Il picco nella provincia di Salerno, per quanto riguarda i contagi accertati, si è avuto in data 28 Marzo, con 42 casi. Da allora non si è andati oltre i 26 casi del 4 Aprile. In provincia di Salerno vi sono stati fino al 16 Aprile un totale di 587 casi accertati, su una popolazione di 1.107.000 abitanti. I casi accertati sono dunque lo 0,05%.
I casi reali stimati in base alla letalità attesa sono almeno 5000, ergo lo 0,4% della popolazione.
La letalità reale (rapporto tra decessi e casi reali) è stimata, come detto, intorno all’1,1%. La mortalità (rapporto tra decessi e intera popolazione in esame) è invece 0,004%.
Vi è stato 1 decesso per coronavirus ogni 23.000 cittadini della provincia di Salerno (al 15 Aprile).
I cittadini con più di 65 anni in provincia di Salerno sono 225.000. I deceduti con più di 60 anni al 15 Aprile sono 39 (il dato risulta una sovrastima dovendo rapportarlo agli over 65).
Se ne deduce che lo 0,017% della popolazione con un’età superiore a 65 anni è deceduto a causa del coronavirus.