«A queste condizioni non possiamo ripartire» è il grido di protesta dei commercianti preoccupati per il futuro delle loro attività. L’emergenza Covid-19 sta mettendo in ginocchio il commercio e il Movimento Imprese Ospitalità sta cercando di interloquire anche con le amministrazioni locali per cercare di portare all’attenzione del Governo la problematica. Un pacchetto di proposte che va dalla riduzione delle imposte al prestito garantito. Oggi a Battipaglia la consegna simbolica di 13 chiavi alla sindaca Cecilia Francese.
“Si prefigura uno scenario drammatico che mai nella storia moderna del Paese abbiamo osservato” si legge in una nota stampa del Movimento Imprese Ospitalità. E il grido di protesta che sta arrivando in tutte le città d’Italia passa anche per Battipaglia.
Oggi, negli uffici di Palazzo di Città, il presidente dell’associazione commercianti salernitani, Generoso Russo, insieme con Umberto De Caro, proprietario del ‘Monkey‘ a Battipaglia, ha consegnato le chiavi alla sindaca Cecilia Francese. Un gesto simbolico, e di protesta, per la situazione che i commercianti stanno vivendo in queste drammatiche ore. E insieme con le chiavi, un pacchetto di proposte (diciotto per l’esattezza): prestito garantito, riduzione delle imposte, voucher, cassa integrazione, tributi locali. Sono solo alcune delle idee messe in campo dai commercianti per cercare di rilanciare la macchina.
«Siamo uniti a livello nazionale per far fronte al problema della pandemia. L’associazione di cui sono presidente nasce per interloquire con le istituzioni. C’è bisogno di andare incontro ai commercianti, ridurre le tasse, eliminare l’occupazione del suolo pubblico, fare un condono tombale in base ai bilanci 2019 per presentarci più puliti in banca» dice Generoso Russo, nipote del fondatore del mercato battipagliese, che gestisce diverse attività nel settore della ristorazione e alberghiera a Salerno.
Sono 13 le attività (Monkey, Cerasella, London Tavern, The Conan Doyle, Re Baldovino, Binario 9 e 3/4, Nottingham Pub, Anelis Barber Shop, Cucina Settantuno, Caffé Sofia, James Joyce, Quality Beauty, Gran Caffé Le Torte di Renato), ristorative e non, che hanno consegnato le chiavi al Comune ma, come spiega Umberto De Caro, solo per motivi tempistici: «Non siamo riusciti a coinvolgere tutti per questioni di tempo, abbiamo fatto tutto in poco tempo. Ma alla protesta sono certo che si associano tutti i titolari delle attività in difficoltà». E c’è pure una lettera all’indirizzo del primo cittadino che, secondo i commercianti, in questa battaglia potrà essere un fedele alleato.
«Stiamo cercando di garantire un prestito a fondo perduto alle attività. Non possiamo dare i soldi direttamente perché siamo in riequilibrio. Le tasse non possono essere abolite, se non ci sono entrate salta il Comune. E il dissesto è ancora peggio per i cittadini» dice la sindaca Francese. E poi assicura: «L’aumento del 50% dell’occupazione del suolo pubblico? Questo è sicuro. Per fortuna siamo in estate e si possono aggiungere i tavolini fuori. Mi paghi dieci e ti do trenta ma un minimo deve entrare altrimenti salta il sistema».