Un comunicato stampa duro quello emanato da “Etica per il buon Governo“, il movimento che fa capo alla sindaca Cecilia Francese e del quale, ad oggi, fa parte anche Pino Bovi, consigliere eletto nella lista “Con Cecilia“, che da diversi mesi ha preso le distanze dalla maggioranza.
Il movimento “Etica per il buon Governo” attacca il consigliere Pino Bovi dopo le esternazioni rilasciate da quest’ultimo al “Quotidiano del Sud” in un’intervista a firma di Gianluca Barile. Nell’intervista Bovi boccia l’attuale Amministrazione salvando solo il risanamento del bilancio. Non esclude una candidatura a sindaco e promette di non ricandidarsi con la Francese dalla quale ha preso le distanze nell’ultimo anno, ammettendo di essere a lavoro per costruire un’alternativa.
Ora Etica “chiede la testa” del consigliere e lo fa diramando una nota stampa. Nel comunicato si cita Jacques Derrida, filosofo francese e teorico della decostruzione, facendo riferimento alla rivalutazione della scrittura e al ruolo di influenza sui processi mentali che gioca. Appare chiaro il riferimento all’intervista rilasciata da Bovi, dunque. «Tempo fa, questa grande famiglia, Etica per il Buongoverno, ebbe dubbi su un’amara decisione, espellere o meno dal movimento un suo rappresentante, il consigliere Pino Bovi. Oggi, tolto ogni imbarazzo, fugato ogni dubbio, lette le ultime esternazioni, questo Movimento non ha più perplessità. Non possiamo offrire la spalla a chi – è chiaro oramai – non condivide le nostre scelte, le indicazioni ‘approvate’ dal Movimento, prendendo le distanze e discostandosi dagli orientamenti posti a base del Movimento» si legge nella nota.
Il movimento, quindi, prende le distanze dal consigliere Bovi in maniera chiara e decisa. E valuta l’opportunità di prendere provvedimenti rilasciando la decisione ai “probi viri” (un collegio che dovrebbe prendere decisioni in merito): «Etica per il buongoverno prende in modo netto e forte le distanze dalle posizioni politiche e dai reiterati comportamenti del consigliere Bovi, ritenendo che gli stessi siano incompatibili con la sua nostra linea politica, lesivi nei confronti del movimento stesso e demanda al collegio dei probi viri l’assunzione dei relativi, inevitabili, improcrastinabili provvedimenti»