Alfredo Liguori è pronto a tornare in campo. L’ex sindaco di Battipaglia, che ha già annunciato la sua candidatura per le prossime elezioni amministrative, concorrerà nuovamente per la carica di primo cittadino. Dal 2002 al 2006 è stato sindaco di Battipaglia tra le file di Forza Italia, per poi svolgere il ruolo di assessore con la Giunta Santomauro dal 2009 al 2013. Otto anni dopo, “Alfredino“, come lo chiamano gli amici in città, sarà di nuovo protagonista della scena politica battipagliese.
L’INTERVISTA
-La candidatura a sindaco di Alfredo Liguori per le prossime elezioni comunali è ormai cosa certa: come mai ha scelto di tornare in campo dopo tanti anni?
–Guardi, me lo hanno chiesto i cittadini, dalla pensionata al professionista, dall’operaio al commerciante, dall’artigiano al libero professionista. Me lo hanno chiesto non solo per stima ed affetto, ma perché ritengono che la mia esperienza di amministratore possa essere determinante per rilanciare Battipaglia. Ho deciso di muovermi con anticipo perché a settembre voglio avere già una struttura solida. La voce già circolava da tempo, ma chi fa politica sa bene che bisogna muoversi almeno un anno prima. E ho scelto di ragionare esclusivamente sulla mia persona. Questa rappresenterà a tutti gli effetti la sfida più grande. Da diversi giorni sto nelle piazze, tra la gente. È sempre stato questo il mio modo di intendere la politica. Battipaglia andrà al ballottaggio, questo è certo. E l’obiettivo e arrivarci per vincere, non mi interessa fare il consigliere comunale. La situazione a Battipaglia la conosciamo e credo che siano due le cose principali da fare: lavorare sui fondi comunitari, e bisogna farsi trovare pronti, e aprire ragionamenti con gli imprenditori di Battipaglia.
-Ci saranno simboli di partito alle sue spalle o sceglierà un percorso civico?
–Un percorso civico assolutamente. Ma non voglio nascondermi: chi mi conosce sa che ho sempre militato in partiti ufficiali, dal PSI a Forza Italia, ma questa volta non sono alla ricerca di simboli di partito. L’obiettivo è di mettere in piedi una nuova squadra, dove l’unica persona già navigata nel mondo della politica sarò io. Quando ho fatto il sindaco, nel 2002, con me sono usciti tanti giovani. Penso a Vincenzo Inverso, Gianfranco D’Alessandro, Fabio Citro, solo per citarne alcuni. Io voglio rimettere in piedi questo tipo di ragionamento. Quando dico che andremo al ballottaggio è perché a Battipaglia manca l’uomo forte, e c’è una forte divisione. Coinvolgerò una serie di persone che potranno essere la nuova classe dirigente per i prossimi venti anni. Io metterò a disposizione la mia esperienza amministrativa. Battipaglia, allo stato attuale, non può essere distante dalla politica nazionale e regionale. La prima cosa da fare è avere nel cassetto una serie di cose da mettere sui tavoli.
-Ci sarà qualche accordo trasversale con altri candidati?
–Concorrerò da solo, fermo restando l’area politica di riferimento. Chi conosce la mia storia sa che non ho mai prevaricato, chi ha voglia di lavorare con me mi troverà a completa disposizione. Sicuramente è una città dove bisognerà partire da capo: tutti i settori hanno problemi a partire dalla macchina amministrativa, che io conosco bene. Ci sarà da fare un lavoro pazzesco, ma credo che posso dare ancora un contributo a questa città. E a 67 anni ho solo da perdere. Inoltre la gente è restia a candidarsi perché per quello che è successo in questa città hanno smesso di credere ai politici.
-A Battipaglia lei è stato sindaco e assessore. Ha qualche rimpianto?
–No, nessun rimpianto. La storia di Alfredo Liguori è stata travagliata. Nel 2003 avevo rassegnato le dimissioni prima di ritirarle, perché mi resi conto che non era facile amministrare questo Comune. Purtroppo all’epoca non c’erano i social e le tecnologie di comunicazione di oggi, che consentono una comunicazione più rapida ed efficace. Ho comunque divulgato ciò che ho realizzato, e in campagna elettorale esibirò tutto quanto realizzato dal 2002 al 2006. Sono sereno, perché tutto ciò che ho fatto è agli atti. La mia idea, infatti, rimane quella di un tempo: organizzare una squadra di lavoro dove all’interno ognuno avrà il proprio ruolo.
-Come valuta l’operato dell’amministrazione Francese fino ad oggi?
–Caratterialmente sono uno che prova sempre a giustificare tutti. Mi rendo conto che fare il sindaco a Battipaglia è un compito arduo, è una missione quasi impossibile. Entrerò nel merito di questa amministrazione più in la, come sicuramente faranno loro con me e la mia storia passata. Tireremo le somme alla fine del mandato, per adesso non ho intenzione di fare polemiche. Lei (Cecilia Francese, ndr) aveva trovato delle belle persone da inserire nella sua squadra, ma a un certo punto non hanno retto. Questa esperienza l’avevo già fatta, purtroppo quando arrivi lì ci vuole impegno e circondarsi di persone che ti aiutino veramente. Lei arriverà alla fine del mandato, e per la prima volta avremo delle elezioni con un sindaco in carica. Questo, per lei, sarà un piccolo vantaggio.