Acque del Tusciano, come evidenziato dal campione raccolto dai tecnici di Goletta Verde, inquinate da Enterococchi intestinali ed Escherida coli.
Legambiente Battipaglia-Bellizzi: «Bisogna intervenire con decisione, per poterci definire un paese civile»
Anche quest’anno i dati che arrivano dai campioni prelevati alla foce del fiume Tusciano sono sconfortanti. Le acque sono inquinate da Enterococchi intestinali e da Escherida coli. A commentare le analisi dei tecnici di Goletta Verde sono gli esponenti di Legambiente Battipaglia-Bellizzi attraverso un post sulla pagina Facebook dell’organizzazione.
Da premettere, come sottolineano gli stessi ambientalisti, il monitoraggio di Legambiente non si sostituisce a quello dell’Arpac, e non distribuisce patenti di balneabilità delle acque. Il campione è stato prelevato prima del furto di cavi elettrici avvenuto presso il depuratore di Tavernola, un giallo che ha influito sulla balneabilità delle acque a ridosso del Tusciano, compromessa anche per l’estate 2020. Un “no” alle nuotate nel mare della costa a cui i cittadini si stanno ormai, tristemente, abituando.
«Come diciamo da troppo tempo ormai – afferma Legambiente – il sistema di depurazione è insufficiente e bisogna intervenire con decisione, per poterci definire un paese civile». L’organizzazione no-profit denuncia inoltre il pessimo stato in cui riversa il sentiero che collega la foce del fiume con la litoranea: «Pieno di rifiuti, compresi frigoriferi, ricambi di auto e lavandini. Insomma, una vera e propria discarica. Che, a pensarci bene, è coerente con il contenuto delle acque».
Legambiente inoltre, per facilitare la comprensione dei dati, specifica: «I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia, e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo».