Guida al voto per il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. Si vota domenica 20 settembre, dalle 7:00 alle 23:00, e lunedì 21 settembre dalle 7:00 alle 15:00. Gli elettori potranno decidere se approvare o meno la riforma
Domenica 20 e lunedì 21 settembre, gli elettori non saranno chiamati ad eleggere soltanto il nuovo consiglio regionale, in Campania, e la nuova amministrazione, ad Eboli. In tutta Italia infatti, i cittadini saranno invitati alle urne ad esprimere la propria preferenza nel referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. Tale legge è stata approvata lo scorso 8 ottobre 2019 in ultima lettura dalla Camera, e prevede la riduzione del numero dei deputati e dei senatori. I primi da 630 a 400, e i secondi da 315 a 200.
A venire tagliato fuori sarebbe il 36,5% dei seggi attuali. Scenderebbero da 18 a 12 i candidati all’estero, mentre i senatori a vita potrebbero essere al massimo 5. I senatori per ogni regione scenderebbero da 7 a 3, e tale riforma entrerebbe in vigore a partire dalle prossime elezioni politiche.
Perché si vota?
La legge costituzionale passerà dalle urne perché in una delle ultime letture, per esattezza in quella del Senato, non ha ottenuto la maggioranza sufficiente per essere approvata, ovvero i due terzi dei componenti (alla Camera è accaduto l’opposto, con 553 favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti). Sono settantuno i senatori, appartenenti alla quasi totalità dei gruppi parlamentari, ad aver richiesto quindi, come previsto dalla Carta, il voto popolare.
Come e quando si vota?
Le urne saranno aperte domenica 20 settembre 2020 dalle 7:00 alle 23:00, e lunedì 21 settembre dalle 7:00 alle 15:00. Ci sarà un’unica scheda. Al seggio sarà necessario presentare tessera elettorale e carta d’identità. A causa della pandemia da Covid-19, alcune norme saranno obbligatorie per gli elettori, dal distanziamento ai dispenser di gel igienizzante, che saranno presenti all’ingresso. Gli scrutatori eseguiranno lo spoglio con dei guanti, mentre invece le sedi dei seggi verranno pulite periodicamente.
Il referendum non avrà quorum: sarà necessario un voto in più per far trionfare una delle opzioni. Per dare approvazione verso questo taglio dei parlamentari, sarà sufficiente barrare la casella del Sì con una “X”, mentre chi è contrario alla riforma potrà barrare la casella del No, sempre con una “X”.
Perché votare “Sì”
Le ragioni per votare sì al referendum, secondo i sostenitori della riforma costituzionale, sono le seguenti:
- La politica costerebbe di meno: secondo il Movimento 5 Stelle, cinquecento milioni per legislatura verrebbero risparmiati;
- Un parlamento più snello sarebbe anche più efficiente;
- 600 parlamentari sarebbero in linea con quelli delle maggiori democrazie europee;
- Secondo gli esponenti favorevoli al Sì, l’attuale consistenza parlamentare sarebbe anacronistica: venne istituita nei primi anni 60′;
- Riducendo il numero dei parlamentari, la vita politica diverrebbe maggiormente trasparente e comprensibile.
Perché votare “No”
Chi invece sostiene la bocciatura della riforma, suggerisce agli elettori di porre una “X” sul No per tali motivazioni:
- Diminuirebbe il numero di parlamentari per ogni cittadino;
- L’approvazione di questa riforma rappresenterebbe un pericolo per la democrazia riguardo alla rappresentazione territoriale: i senatori eleggibili per regione diminuirebbero a 3 dai precedenti 7. Per tal motivo, in alcune regioni potrebbero essere eletti rappresentanti di una sola coalizione;
- Il risparmio sarebbe soltanto dello 0,007% della spesa pubblica;
- Meno deputati e senatori significherebbe maggior potere in mano ai leader politici e minore confronto nei gruppi parlamentari: infatti i sostenitori del No temono maggioranze “blindate” in Parlamento;
- Ridurre i parlamentari, senza modifiche dei regolamenti, paralizzerebbero l’attività del parlamento;
- Il lavoro per ogni deputato o senatore aumenterebbe, in virtù di una distribuzione su meno persone, non garantendo così la massima efficienza.
I partiti che sostengono il “Sì”
Ad eccezione di alcuni parlamentari, ad essersi espressi favorevolmente verso il Sì sono il Movimento 5 Stelle, il Partito Democratico, la Lega e Fratelli d’Italia.
I partiti che sostengono il “No”
Ad essersi espressi favorevolmente verso il No sono +Europa, Europa Verde e Potere al Popolo.
I partiti che sostengono la libertà di coscienza sono invece Forza Italia (nonostante Silvio Berlusconi abbia criticato la riforma, e la maggior parte dei suoi esponenti siano per il No), e Italia Viva.