«La nostra campagna elettorale inizia adesso». Esordisce così Donato Santimone, tutt’altro che abbattuto a seguito della pesante sconfitta subita alle elezioni amministrative della città di Eboli, dove Massimo Cariello è stato incoronato sindaco per la seconda volta consecutiva con l’80% dei voti.
«Appartengo a quelli che pensano che è impensabile costruire una coalizione in tre mesi – dice Santimone –. Né potevamo colmare i voti in quaranta giorni. Adesso però inizia il lavoro, quello vero. E se dalla maggioranza arriveranno provvedimenti che sposano la nostra linea di pensiero, saremo i primi ad appoggiarli. Altrimenti faremo il nostro lavoro, quello per il quale ci hanno eletti: l’opposizione».
Santimone mette pure a tacere le voci che circolavano nelle ultime ore, secondo le quali s’ipotizzava un passo indietro da parte sua. «Io sono e sarò assolutamente in consiglio comunale. D’altronde sono un Capricorno, e quando mi metto in testa un’idea difficilmente cambio. Rimango, però, una persona aperta e se qualcuno mi fa notare che le mie idee sono vecchie, sono pronto a riconoscere di aver sbagliato».
Antonio Conte capogruppo? «Sono cose che stiamo ancora valutando». E sul futuro della sinistra ebolitana che, a detta di Alfonso Del Vecchio, sembrerebbe sull’orlo del tramonto avendo raccolto appena 3.000 voti, con un’opposizione che conta appena tre consiglieri, precisa: «Qualche giorno fa, un mio compagno, Carmine Pirozzi, disse che i tre candidati venivano dalla stessa storia. Non è vero. Del Vecchio è di matrice socialista, Cariello apparteneva all’ala rivoluzionaria di Rifondazione, io vengo dal Pci. Ecco, stessa famiglia ma con storie diverse. La sinistra ebolitana è divisa in tanti pezzi perché non ha un disegno in comune, ed è notoriamente litigiosa».
Da cosa riparte l’opposizione? «La città del Sele – spiega Santimone – è una lista fatta di intelligenze, ora bisogna far arrivare i messaggi nei quartieri popolari. Cariello ha rappresentato l’involuzione della sinistra popolare, facendo saltare tutti i valori. Tocca a noi colmare quel vuoto». In città c’è chi parla di sconfitta della famiglia Conte che, apertamente, aveva sostenuto la candidatura di Donato Santimone. «Assolutamente no – chiosa Santimone –. Avevamo di fronte una corazzata con 144 candidati. Nessuna sconfitta. Forse sul piano numerico, ma non sul piano politico. Perché abbiamo iniziato a costruire qualcosa che darà i frutti nei prossimi anni».