Lente d’ingrandimento puntata su Gaisma, talentuoso ebolitano che risponde al nome di Alessio Spagnuolo. Tra sogni e maniche rimboccate, punta a portare la sua musica nel cuore della gente
La giovane e luminosa penna ebolitana di Gaisma, all’anagrafe Alessio Spagnuolo, ha un cassetto colmo di canzoni da far scoprire alla sua già nutrita fetta di pubblico, tra queste anche un brano che aveva proposto per Sanremo Giovani 2021. Nonostante il Teatro Ariston, per il momento, resta sigillato per l’artista, Gaisma non ha alcuna intenzione di smettere di sognare. Scopriamo di più sulla sua proposta artistica.
– Chi è Gaisma?
Gaisma è un ragazzo come tanti ma non è un predefinito. Ha un’anima che vive esclusivamente di emozioni, quelle che sa esprimere soltanto cantando. Gaisma è un richiamo ai sentimenti, un posto per chi ama o chi piange e non sa dove andare. Gaisma è una luce: non a caso in lingua lettone “gaisma” significa “luce”. Ho scelto questo nome perché da bambino ho sempre avuto paura del buio, e quindi ogni fonte di luce per me era salvezza. Non m’importava da dove provenisse, se dalla tv accesa o dalla luna, m’importava che emanasse luce e che mi salvasse. Credo che ognuno di noi debba essere la salvezza di se stesso. Io voglio essere una luce, la stessa che mi salvava da bambino.
– Chi è stato il primo a mettere la “luce” su Gaisma?
Per un periodo non avevo più voglia di cantare. Fu un mio caro amico, quasi un fratello, che mi spronò e mi presentò a Carmen Liguori, vocal coach di Olevano, che si innamorò della mia voce a tal punto da presentarmi alla Village Music Academy. In quell’occasione partecipai a un casting dove ebbi modo di conoscere l’avvocato, talent scout e mio attuale manager Concetta Petti, socia della VMA con il maestro Vincenzo Capasso. Presente a quel casting anche Luca Laruccia, che ha creduto in me e ha deciso di produrmi.
– Come descriveresti, in poche parole, la tua arte?
La mia arte è qualcosa di pulito, di buono, la mia arte è un incitamento all’amore, che per me è il senso della vita.
– Cosa ti spinge a posare la penna sul foglio e a scrivere nuova musica?
Come detto, Gaisma è un’anima che vive solo di emozioni, e sono proprio loro a spingermi a scrivere. Una volta vissute, o anche soltanto avvertite, è come se il corpo stesso avesse bisogno di tirarle fuori. Scriverle su un foglio per me è come custodirle e non perderle mai.
– Parlaci dei brani che hai in archivio e che non vedono l’ora di uscire. Di cosa parlano?
Di brani in archivio ce ne sono davvero tanti. Fondamentalmente il tema resta sempre gli stessi: l’amore, le emozioni, le delusioni, analizzati però in tutte le loro sfaccettature ed espressioni. In alcuni brani parlo anche della vita, che è la madre di tutte queste cose. Sono soddisfatto di ciò che comunico nei miei testi, perché le persone si rispecchiano in quello che dico. Sarà forse che l’amore e la tristezza sono sentimenti che accomunano tutto il mondo.
– Parliamo di Sanremo Giovani e del brano che hai presentato per le selezioni. Di cosa parla?
Il brano che ho presentato, sinceramente, non credo sia il migliore che abbia mai realizzato, però sono molto soddisfatto, mi piace. Credo sia perché punto sempre a fare meglio. Il brano, che parla di una ricerca d’amore, ha ottenuto un ottimo riscontro da parte dei produttori e di etichette discografiche, ma di questo non posso ancora parlare. Posso dire però che il pezzo per Sanremo è stato prodotto da Luca Laruccia, denominato il “sarto della musica” e già collaboratore di Francesco Renga, Giusy Ferreri e Haiducii. È stato lui a scegliere questo pezzo tra i tanti brani proposti.
– Avevi già tentato l’ingresso a Sanremo Giovani?
No, questa è stata la prima volta. Non ci ho mai provato perché non ho mai avuto uno staff alle spalle. Ogni cosa ha il suo tempo.
– Come hai preso la notizia del mancato accesso alle selezioni sanremesi? Ci riproverai il prossimo anno?
Questa esperienza mi ha lasciato comunque una nota positiva. Sono stato notato da una casa discografica. In ogni caso certo, ci riproverò. Con il mio team però tenteremo l’accesso anche ad altri talent show.
– Stai ricevendo sostegno dalla tua Eboli in quest’avventura?
Eboli, per Gaisma, è sempre stata presente sin dal giorno zero. Spero di superare queste selezioni e diventare un orgoglio per il mio paese.
– Negli scorsi mesi sei diventato papà. Farà parte anche il tuo bambino dei tuoi prossimi testi?
Sicuramente. Avere un figlio è come vedere il proprio cuore trasformarsi in un corpo umano, in tutta la sua essenza. Non so ancora quando e in che modo scriverò qualcosa per lui, ma lo farò, oggi voglio semplicemente vivermelo.