Sequestro “bis” all’impianto di Compostaggio di Eboli. Nei guai quattro persone, tra le quali anche l’ex sindaco di Eboli Massimo Cariello. Lo stoccaggio superava notevolmente i limiti stabiliti dalla legge.
Massimo Cariello, Rosario La Corte, Angelo De Gregorio e Gianni Gallozzi. Sono le quattro persone finite nel registro degli indagati per il sequestro “bis” avvenuto all’impianto di Compostaggio che insiste sul territorio ebolitano, principale indiziato per gli insopportabili miasmi che, da anni, infestano la città di Battipaglia.
Il Pm Mariacarmela Polito ha notificato il provvedimento due giorni fa all’ex primo cittadino di Eboli, Massimo Cariello, al dipendente comunale Rosario La Corte, al delegato ambientale della Ladurner, la società che gestisce l’impianto di proprietà del Comune di Eboli, Angelo De Gregorio, e, infine, al responsabile legale Gianni Gallozzi. Il provvedimento di sequestro, eseguito dai carabinieri del Noe, s’aggiunge a quello di inizio anno: a gennaio del 2020, infatti, ci fu il primo sequestro del sito nonostante, tra la meraviglia generale degli ambientalisti, l’impianto continuasse a lavorare regolarmente.
Stando a quanto si apprende da un documento che porta la firma del giudice per le indagini preliminari Francesco Guerra, nell’impianto di Compostaggio di Eboli lo stoccaggio dei rifiuti superava notevolmente i limiti imposti dalla legge. A causa delle irregolarità riscontrate dalle autorità giudiziarie, l’impianto generava emissioni odorigene nauseabonde e moleste. L’Arpac, inoltre, avrebbe rilevato ulteriori incongruenze: la presenza di colaticci e liquami, la permanente chiusura del capannone centrale non rispettata, e in più la richiesta di costruire una canaletta nella zona interna della tettoia garantendo la chiusura di tutti i perimetri. L’impianto sequestrato continuerà a rimanere aperto previa osservanza delle prescrizioni originariamente impartite e di quelle ulteriori evidenziate dall’Arpac.