Fondi per l’emergenza alimentare: ecco la seconda chance per Battipaglia. Dopo il clamoroso pasticcio dello scorso aprile, quando il comune capofila della Piana del Sele fu tra gli unici in Italia a non essere riuscito a distribuire l’intera somma destinata alle famiglie abbienti durante il pieno della pandemia da Covid-19, Battipaglia ha l’occasione del riscatto. Il governo centrale ha stanziato ulteriori 400mila euro per fronteggiare l’emergenza alimentare.
E questa volta la città di Battipaglia prova a non farsi trovare impreparata. Nella mattinata di ieri, la Task Force comunale s’è riunita a Palazzo di Città. Pezzi della maggioranza e dell’opposizione si sono seduti allo stesso tavolo con un obiettivo ben preciso: stilare un bando più snello rispetto al precedente, e che dia la possibilità alle famiglie di accedere al bonus in tempi rapidi e senza lungaggini burocratiche. Adesso se ne dovrà discutere giovedì durante la riunione della terza commissione, ma stando a quanto racconta la sindaca Cecilia Francese c’è unanimità.
«Snelliremo i processi – dice la prima cittadina – col nuovo bando. Fisseremo il tetto a 3.000 euro per quanto riguarda il denaro sui conti correnti. E la corrispondenza per nucleo familiare aumenterà di 50 euro rispetto ad aprile. Inoltre, la domanda potrà essere presentata anche negli uffici comunali, rispetto ai mesi scorsi quando era obbligatorio consegnare in maniera telematica. Finalmente potremo distribuire in tempi rapidi i buoni spesa a chi ne ha realmente bisogno».
Lo scorso aprile, il bando finì al centro di numerose polemiche. Il Comune riuscì ad evadere appena il 50% dei buoni spesa, e fu necessario prorogare i termini della scadenza e concedere la restante parte in seconda battuta, quando ormai l’intero Stivale s’era già avviata alla ripartenza. Ma non bastò, 60.000 euro sono rimasti nelle casse del Comune. E ad oggi ancora non sono stati distribuiti. «Con il centro operativo comunale – spiega Egidio Mirra, capogruppo del Pd – abbiamo pensato di integrare la spesa solidale con beni che spesso non si considerano di prima necessità, ma che servono a tutte le famiglie: dentifricio, deodoranti, detersivi eccetera. Non mi piace mettere le bandierine, ma all’epoca dei fatti contestai duramente il bando proprio perché ero certo che ci saremmo ritrovati in questa assurda situazione. Adesso abbiamo l’occasione di riparare con un bando più snello».