Gli artisti battipagliesi si espongono sullo stop alla musica dal vivo che, da oltre un anno, ha completamente paralizzato l’intero comparto
Dagli artisti locali arrivano anche proposte per l’amministrazione comunale, una volta che l’incubo Covid-19 sarà terminato
Da oltre un anno la musica dal vivo resta ancorata a un abisso senza alcuno spiraglio di luce. La pandemia globale da Covid-19 ha paralizzato numerosi settori, ma è quello artistico a pagare ancora oggi il prezzo più caro, con uno stop prolungato che va avanti all’incirca dal primo lockdown. I concerti organizzati d’estate infatti non sono riusciti a risollevare un’annata nera come quella del 2020, che ha consegnato al suo termine numeri disastrosi.
Se ad arrancare sono le produzioni di grossa portata, per il “sottobosco musicale” l’impatto è stato ancora più forte. Numerosi artisti infatti, non potendo contare sul supporto di major discografiche e grandi catene di distribuzione, trovavano nei concerti ed esibizioni dal vivo la fonte principale d’introito.
Ed è così che anche gli artisti battipagliesi si sono trovati da un momento all’altro non soltanto in lockdown, ma anche sprovvisti di un palcoscenico “fisico” in cui esprimere la propria arte. La domanda più frequente che si pone è perché una modalità come quella proposta in estate, con biglietti per i concerti ridotti e posti a sedere con distanziamento, non può essere adottato nuovamente per dare una boccata d’ossigeno al comparto?
LA VOCE DEGLI ARTISTI LOCALI
«L’intera gestione dell’emergenza è da ritenersi fallimentare – afferma il pianista battipagliese Carmine Cataldo –. Il fenomeno Covid, per quanto reale, è stato ampiamente sopravvalutato, con gravissime ripercussioni sulla popolazione. A parlare sono i numeri, qualora letti in maniera lucida e imparziale. Tra i settori più vessati, l’intrattenimento musicale dal vivo, tradizionalmente consacrato all’ambito serale, è indubbiamente quello che continua a manifestare maggiore sofferenza».
Secondo il pianista si potrebbe ripartire proponendo degli eventi anche in orario mattutino: «Iniziare a proporre nuovamente piccoli concerti dal vivo è doveroso, oltre che possibile: diversamente, la musica appassirà, come qualsiasi pianta privata dell’acqua per troppo tempo», in ogni caso «dovrebbero guardarsi tutti in faccia ed essere più onesti e creativi nei confronti della propria città», come dice Mattia Veneziano, in arte Lil Boy Homie, rapper di Battipaglia.
«Niente musica dal vivo? Equivale a cantare senza voce», aggiunge la cantautrice Daria Tegolo, che guardando al boom di affluenze nei centri commerciali con amarezza dice: «Non è giusto. Se si ha la possibilità di un centro commerciale gremito di gente nel corso della settimana, allora è possibile anche fare uno sforzo in più e, seguendo tutte le regole del caso, riorganizzare teatri, cinema, concerti all’aperto».
La giovane artista poi conclude: «Sono cresciuta in un paese in cui “di arte non si mangia”, è il momento di aprire gli occhi. L’arte è una parola, e noi siamo così tanti da poterla rendere un vocabolario». Il live è un momento fondamentale per la riuscita di un intero progetto discografico, in cui la musica prodotta in studio arriva alle orecchie del pubblico, che ne può così sancire la riuscita. È quello che sottolinea Signor D, all’anagrafe Dario De Rosa: «Sento il bisogno di guardare il pubblico negli occhi e aprirmi con loro».
Ci sono tanti professionisti che lavorano a un singolo concerto: «A differenza di altri settori, però, quello della musica dal vivo prevede tanto lavoro dietro le quinte di tantissime figure professionali ormai a casa da un anno. Bisogna tutelare queste persone, oltre gli artisti, e ‘scervellarsi’ affinché si ritorni ad esibirsi anche per loro tutela» dice Matteo Volpe.
Poteva essere gestita in maniera differente anche secondo Antonio Farabella, il cui nome da musicista è Faraway: «C’è da dire che come ogni cosa, bisogna essere sempre responsabili per la propria salute e quella degli altri e come sappiamo rispettare le regole non è sempre così scontato. Con un po’ di buon senso ed educazione, sarebbe stato possibile permettere ad una categoria, in questo periodo molto in difficoltà, di poter continuare a sopravvivere adattandosi alla nuova situazione».
Gerardo Giarletta, cautautore battipagliese, definisce un “massacro” quello che sta avvenendo alla cultura italiana: «Noi Artisti che abbiamo la necessità di condividere le nostre emozioni con la gente, portare la nostra musica in giro cercando di arrivare a più cuori possibili, è stato sempre questo l’obbiettivo nel mio percorso artistico e musicale soprattutto. Abbiamo tanto bisogno di guardare negli occhi le persone e trasmettere a loro spensieratezza e un po’ di felicità che non fa mai male, ma al giorno d’oggi manca tutto questo, manca per ogni essere umano che ha una passione e che insegue un sogno».
TOUR SOSPESI DALLA PANDEMIA
È capitato anche di trovarsi costretti ad annullare o sospendere concerti già previsti e non soltanto sul territorio locale. Come nel caso dei Circle Of Witches, formazione di musica metal il cui frontman, il battipagliese Mario Bove, dice: «Avevamo due tour in programma lo scorso anno, di cui uno in Europa dell’Est e un altro a Londra, entrambi sono saltati e non sappiamo quando e se potremo recuperarli. Suonare a casa può essere un esercizio, ma non è la dimensione che mi piace. La cosa bella della musica è suonare dal vivo, anche con un pubblico di quattro persone».
LE PROPOSTE PER L’AMMINISTRAZIONE
Da parte degli artisti battipagliesi arrivano anche proposte per l’amministrazione comunale battipagliese: «Chiederei di allestire un palco in ogni piazza della città, per dare la possibilità agli artisti di esibirsi, e non intendo solo per i musicisti» suggerisce Alesaintbull, «Manifestazioni e accademie gratuite, e aiuti a chi organizza eventi dal vivo, obbligati a pagare ingenti somme alla Siae», è invece la proposta di Mirco Nese.
Secondo Signor D andrebbe rivista anche l’organizzazione della Festa della Speranza, tradizionale punto di ritrovo estivo per Battipaglia in cui si celebra la Santa patrona: «Vorrei che non venisse investito denaro per chiamare un artista già affermato, ma magari presentare un live con i propri artisti, che ce ne sono e sono molto validi».
Si potrebbero anche organizzare eventi di beneficenza con racconta fondi e, allo stesso tempo, offrire un palcoscenico ai musicisti battipagliesi, come afferma Lacasta, nome d’arte di Manuel Castagna: «Spero con tutto il cuore di ricominciare presto, magari anche con un contest a scopo benefico. Mi auguro che l’amministrazione dia il via ad iniziative per lo spettacolo fruibili a chiunque, dopotutto ci sono molti artisti del territorio che hanno voglia di dire la propria».
Un concerto gratis in piazza? perché no. Il rapper Riccardo Viviano chiama a raccolta tutta la scena musicale battipagliese: «Tutti i presenti con le mascherine al fine di evitare ulteriori contagi. Vorrei invitare tutti gli artisti emergenti come me della nostra città per creare un qualcosa di grande e soprattutto diverso dalla solita quotidianità».
«L’amministrazione potrebbe organizzare concerti in piazza con sedie e distanziamento, ma se questioni più gravi non vengono risolte, figuriamoci i concerti, che non vengono visti giustamente come priorità dal resto della popolazione. Io che vivo di musica posso sentire questa esigenza, ma chi ha altre esigenze se ne frega di cosa faccio io sul palco», aggiunge Mario Bove.