Il coordinamento “Battipaglia dice Basta“, con una nota ufficiale, si scaglia contro la decisione di realizzare un impianto di compostaggio all’interno dello STIR di Battipaglia
«È rimbalzata, tra gli organi di stampa e le pagine social dei rappresentanti politici cittadini, – si legge nella nota di “Battipaglia dice Basta” – la notizia che, mentre tutta l’Italia è ferma per lottare un mostro comune, c’è un altro mostro che non ha nessuna intenzione di essere arrestato. Quello della situazione ambientale a Battipaglia per la problematica dei rifiuti».
Un vero e proprio grido lanciato in un momento di tensione a causa dell’emergenza coronavirus: «Mentre siamo presi da una tragedia mondiale a Battipaglia arriva una ennesima doccia fredda. È stato comunicato che anche l’impianto di compostaggio all’interno dello STIR vedrà la sua realizzazione. Quale condizione migliore poteva andarsi a creare per manifestare ancora una volta il disprezzo per un territorio? Quale bavaglio migliore per una comunità intera che una mascherina obbligatoria?».
Nel comunicato, si leggono una serie di domande rivolte, in maniera tutt’altro che implicita, agli organi regionali: «La Regione aveva indicato lo STIR di Battipaglia come sede per il nuovo impianto di compostaggio perché aveva già tutte le autorizzazioni pronte, e poteva mettersi velocemente in regola con le prescrizioni europee. Non sono state prese in considerazione le manifestazioni di interesse presentate dagli altri comuni perché ci sarebbe voluto troppo tempo per espletare tutti gli iter autorizzativi. Il problema è che da questa scelta, dettata dall’urgenza, sono trascorsi quattro anni e in questo arco di tempo si potevano ottenere tutte le autorizzazioni che si volevano anche negli altri comuni. Questo sarebbe dovuto essere subito evidenziato».
Con questa nota, il coordinamento si chiede il perché di una scelta così dolorosa per la città di Battipaglia, martoriata sia dalla pandemia di coronavirus che da una serie di scelte politiche che, negli ultimi anni, l’hanno eletta a “capitale dei rifiuti”: «In questi anni, mille promesse mancate, tante rassicurazioni senza nessun riscontro e ci troviamo a subire un ennesima beffa, l’inizio dei lavori coincide proprio con il peggior momento del Paese da oltre 70 anni. Siamo tutti consapevoli della tragedia che stiamo vivendo, dello sforzo di tutti a fare la propria parte stringendo i denti, della fatica dell’ottimismo in un tempo grigio, ma state dando l’ennesimo schiaffo ad un’intera città al grido di ‘non è il momento adatto per discutere’».
In ultimo, i membri di “Battipaglia dice Basta” si rivolgono direttamente al sindaco Cecilia Francese: «Ancora una volta, i vostri criteri localizzativi ed i vostri fattori di pressione si sono indirizzati verso un unico territorio, ma ora, come tre anni fa, continuiamo a gridare ed a promettervi il nostro basta. Caro Sindaco, che sei in questi giorni in prima linea nella lotta che stiamo vivendo, fermando trasgressori dei decreti e contribuendo alla salvaguardia della dignità di molti concittadini, è il momento degli atti concreti, del perseguimento della salute non solo sulle minacce presenti, ma soprattutto su quelle silenti. Attendiamo di vederti in prima fila anche nel fermare lo scempio che sta avvenendo ai danni di questa Città, nella difesa dell’economia e della vocazione locale, della lotta per la vita».