Tempo di lettura: 3 minutiL’atteso incontro con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa si è svolto questa mattina nella sala San Giuseppe della parrocchia San Gregorio VII. Si va verso un tavolo istituzionale dove saranno coinvolti anche i Comitati. Ma i sindaci di Battipaglia ed Eboli attaccano: «Non ci ha invitati».
I sindaci di Battipaglia ed Eboli, almeno per questa volta, non litigano ma fanno “squadra”. «Non ci ha invitati» ripetono in coro entrambi i primi cittadini commentando l’arrivo del ministro dell’Ambiente Sergio Costa recatosi questa mattina a Battipaglia, nella sala San Giuseppe della parrocchia San Gregorio VII, intorno alle ore 12, dopo aver perlustrato la zona industriale e i vari impianti di trattamento rifiuti.
L’incontro, moderato dal deputato del Movimento Cinque Stelle Cosimo Adelizzi, è stato aperto dalle parole del parroco don Michele: «Il diritto di sentirsi figli di questa terra dove viviamo non può essere mortificato. Siamo qui per garantire il futuro ai nostri figli e il bene non ha colore politico» dice il sacerdote.
Prima di lasciare la parola al ministro Costa, che è stato accompagnato al tavolo da Nicola Acunzo, Anna Bilotti, Luisa Angrisani, Francesco Castiello, Nicola Provenza, Michele Cammarano e Vincenzo Viglione, anche le associazioni e i comitati cittadini sono intervenuti. Emilia Abate (Cives e Civitas), Stefania Apostolico (Cittade), Alfredo Napoli (Legambiente), Peppe Ferlisi (Civicamente) e Carmela Bufano (“Battipaglia dice No”), hanno esposto i problemi che da 25 anni attanagliano la cittadina capofila della Piana del Sele chiedendo collaborazione e un intervento da parte del governo nazionale.
LE PAROLE DEL MINISTRO
Successivamente, il ministro Sergio Costa ha preso la parola rispondendo all’attacco di Cecilia Francese. «Saluto il sindaco seppur non presente. Non sono andato al Comune, e questo non è un gesto di scortesia ma di correttezza: sono un ministro di un governo dimissionario. Non sarebbe stato cortese andare nella casa dei cittadini a impegnare promesse che magari tra due settimane non posso mantenere» dice il ministro.
Diversa la versione fornita dalla sindaca di Battipaglia che, nonostante due giorni fa, tramite una nota stampa inviata dallo staff del primo cittadino, invitava la cittadinanza a partecipare all’incontro con Sergio Costa, oggi scrive: «Ho appreso tramite rete social e poi tramite un messaggio whatsapp dell’onorevole Cammarano che il 24 agosto l’on. Costa, Ministro dell’Ambiente, sarà presente nella Città di Battipaglia per partecipare ad una iniziativa politica del Movimento 5S, cosi come ci ha spiegato il Ministero, che il Comune ha contattato per avere conferma della notizia e per sapere se, all’interno di un normale rapporto di correttezza istituzionale, avremmo dovuto mettere a disposizione le strutture comunali e accogliere il Ministro nel Comune».
E anche il sindaco di Eboli, Massimo Cariello, sembra essere dello stesso avviso: «Questa mattina, pur avendo predisposto affinché si potesse operare una visita all’interno dell’impianto di compostaggio di Eboli, con rammarico ho appreso che il Ministro Costa non ha inteso coinvolgere le istituzioni locali nella sua visita nella nostra area. Pur non essendo stato informato ufficialmente, ma avendolo appreso solo attraverso la stampa, avevo predisposto con la società che gestisce l’impianto, affinché il rappresentante del Governo avesse accesso all’impianto stesso, in una visita nella quale lo avrei personalmente accompagnato. Invece, ho appreso che il Ministro non ha inteso coinvolgere istituzioni e comunità, avendo fatto una visita esterna agli impianti, ma senza coinvolgerci e senza informarci, mentre eravamo pronti ad accoglierlo ed accompagnarlo nella visita».
Dopo i chiarimenti, Costa entra nel merito delle vicende: «Bisogna cercare di capire chi deve fare cosa. Lo Stato è composto da vari soggetti: governo Nazionale, Regionale, Provinciale e Comunale. E ognuno ha i suoi compiti». Il ministro pentastellato chiarisce che nel caso Battipaglia, la maggior parte delle competenze è in mano alla Regione: «Dal 2002 al 2009, il famoso protocollo è stato disatteso. Dal 2009, per legge, la competenza delle attività è stata ereditata dalla Regione. E alcune cose che chiedono i comitati non può farle il governo nazionale». Poi, Costa propone alcune soluzioni ribadendo più di una volta, però, che è ministro di un governo dimissionario e nel caso dovesse tornare a fare il Generale dei Carabinieri, ovviamente, non avrebbe più competenze.
«Per i rifiuti – conclude Costa – voglio fare come per la regione Lazio. Innanzitutto i sindaci devono smettere di litigare. Poi convoco il presidente della Provincia, della Regione e chiederò che a quel tavolo siano presenti anche i Comitati. Da soli non si vince questa partita, insieme sì. Inoltre consiglio al Comune di inserire nella contrattualizzazione con gli impianti la clausola vessatoria: entro certi livelli di puzza quell’impianto chiude».