Arriva la notifica della conclusione delle indagini agli indagati nella gestione dell’impianto di compostaggio di Eboli, tra i sei anche l’ex sindaco di Eboli Massimo Cariello
Comincia a delinearsi il quadro dietro alla discussa gestione dell’impianto di compostaggio ebolitano. L’indagine portata avanti negli scorsi anni da parte della procura di Salerno, nella figura del Pubblico Ministero Mariacarmela Polito, ha portato alla formalizzazione della notifica a sei indagati, per getto o lancio di cose pericolose e per violazione del codice dell’ambiente, la cui posizione va adesso definita.
La notifica è giunta all’ex sindaco di Eboli, attualmente agli arresti domiciliari per altre vicende, Massimo Cariello, l’ex dirigente dell’Ufficio Lavori pubblici e Ambiente del Comune di Eboli, attualmente inattivo, l’ing. Rosario La Corte, l’amministratore unico della srl che gestisce l’impianto, la “Ladurner“, Andrea Silvestri, il delegato all’ambiente sempre per conto dell’azienda, Angelo De Gregorio, il procuratore speciale e rappresentante Gianni Gallozzi, così come anche Simone Paoli, delegato in materia di tutela ambientale.
Sotto la lente d’ingrandimento sono andati a finire tutti i disservizi dell’impianto segnalati da numerose associazioni, ambientalisti e personalità politiche nel corso del tempo. Non solo la massiccia quantità di rifiuti lavorati, superiore rispetto a quanto previsto dalla legge, ma anche i ben noti miasmi, ancora oggi persistenti, i portelloni della struttura lasciati aperti insieme ad altre inadempienze.
SODDISFATTO LONGO, CAPOGRUPPO CONSILIARE DI FORZA ITALIA
Sulla notifica agli indagati è immediatamente intervenuto il capogruppo consiliare di Forza Italia a Battipaglia, Valerio Longo, che in una nota ha riferito: «L’avviso di conclusione delle indagini e gli avvisi di garanzia disposti dalla Procura della Repubblica di Salerno per la vicenda del sito di compostaggio di Eboli confermano la bontà delle nostre pubbliche denunzie, spesso fatte in completa solitudine e avendo anche dovuto sopportare sarcasmi e ostracismi».
Secondo Longo è da imputare alla gestione dell’impianto «volutamente superficiale» le nauseabonde emissioni odorigene, che in particolare d’estate, hanno reso non poco complicata la vita all’aria aperta dei residenti. «Un sistema assolutamente “allegro”, finalizzato solo al massimo profitto economico, senza rispettare minimamente l’impatto ambientale e la sicurezza del cittadino».
VITOLO, BATTIPAGLIA DICE NO: «CHE CI VENGA RESTITUITA LA NOSTRA DIGNITÀ
Lo stesso silenzio a cui fa riferimento Longo viene sottolineato da Nunzio Vitolo, esponente del comitato ambientalista Battipaglia dice No: «Abbiamo presidiato, fotografato, circondato, visitato il sito di compostaggio di Eboli e per primi, nel silenzio imbarazzante di tutti, anche di quelli che ora gridano alla tutela dell’ambiente di Battipaglia solo per motivazione di carattere speculare elettorale, abbiamo identificato tale fenomeno quale maggiore responsabile dell’aria fetida e dei miasmi che da anni non ci consentono di aprire liberamente le nostre finestre ma che soprattutto ci dequalificano e mortificano come cittadini».
C’è fiducia nell’operato della magistratura, che possa fare luce sulla gestione dell’impianto: «Speriamo che questa annosa e spossante vicenda trovi la risoluzione non solo giuridica ma soprattutto fattuale restituendoci la nostra libertà e la nostra dignità».