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È oggi il “Friday For Future“, giornata di sciopero e protesta per sensibilizzare i governi ad agire sui cambiamenti climatici e sull’ambiente del pianeta

Milioni di studenti ed attivisti hanno riempito le strade ed affollato le piazze con gridi di speranza e messaggi chiari a difesa del nostro pianeta, “+Eco – Ego” “Vogliamo invecchiare felicemente” “Cop26, se non ora quando” sono solo alcuni degli slogan sbandierati nel Fridays for Future

La genesi della giornata mondiale è da ravvisarsi nel 2015 quando un gruppo indipendente di studenti e attivisti invitò gli alunni di tutto il mondo a saltare la scuola il primo giorno della COP 21, la Conferenza sul clima dell’UNFCCC (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) svoltasi a Parigi il 30 Novembre. Furono coinvolte 50.000 persone in più di 100 Paesi, un gruppo di pressione che chiedeva implemento delle energie rinnovabili e sviluppo di energia pulita.

Greta ThunbergSulla scia di questo movimento, la cassa di risonanza fu la protesta di un’adolescente, Greta Thunberg, che sedeva tutti i giorni dell’Agosto del 2018 fuori al Riksdag (il Parlamento svedese) mostrando un cartello con su scritto “Skolstrejk för klimatet” (Sciopero scolastico per il clima). Fu una scelta mediatica reboante e indovinata.

Altro momento segnante fu l’annuncio il 7 settembre dello stesso anno di un nuovo sciopero della stessa Thunberg, oramai paladina e simbolo impattante della lotta all’inquinamento, poco prima delle elezioni svedesi. Si sarebbe svolto ogni Venerdì fino a quando la Svezia non si fosse allineata con l’Accordo di Parigi. In particolare si richiedeva  al governo di ridurre le emissioni di anidride carbonica in un periodo storico che vide parte dei boschi assediati dai roghi.

Da quasi tre decenni l’ONU riunisce quasi tutti i Paesi della terra per i vertici globali sul clima – chiamati COP – ovvero ” Conferenza delle Parti”. Da allora il cambiamento climatico è passato dall’essere una questione marginale a diventare una priorità globale.

Nell’accordo del 2015 per la prima volta successe qualcosa di epocale: tutti i Paesi accettarono di collaborare per limitare l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2 gradi, puntando a limitarlo a 1,5 gradi. Inoltre i Paesi s’impegnarono ad adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici e a mobilitare i fondi necessari per raggiungere questi obiettivi. Nel quadro dell’Accordo di Parigi ciascun Paese si è impegnato a creare un piano nazionale indicante la misura della riduzione delle proprie emissioni, detto Nationally Determined Contribution (NDC) o “contributo determinato a livello nazionale”.

I Paesi concordarono che ogni cinque anni avrebbero presentato un piano aggiornato che rifletteva la loro massima ambizione possibile in quel momento. Quest’anno si terrà il 26eismo vertice annuale, di qui il nome COP26. La COP26 sarà presieduta dal Regno Unito che la ospiterà a Glasgow. Oggi la Friday For Future in Italia manifesta in ben 77 città, in Campania oltre che a Napoli, Aversa e Pozzuoli, si farà tappa a Salerno in P.zza S. Agostino alle 17.30.

È fondamentale riconoscere la tangibilità della crisi climatica perché è un rischio per la sicurezza umana, bisogna garantire i diritti dei rifugiati climatici: i Mapa (Most Affected People and Areas, le persone e le aree più colpite) stanno già vivendo le conseguenze peggiori della crisi climatica. Che sia un Presidente sovragovernativo, un Capo religioso o una minorenne (oggi maggiorenne) ad indicare la rotta non importa, siamo ospiti su questo pianeta e tutti noi dobbiamo attenzionare la politica, sensibilizzare gli altri e cambiare le nostre abitudini. Rispettiamolo!