Fattore di Pressione di nuovo al centro delle polemiche: coinvolto da una parte Raffaele Cucco Petrone di Battipaglia dice No, la Sindaca e l’Assessore Bruno dall’altra
Da questa mattina è esploso un acceso dibattito sui social che vede coinvolti Raffaele Cucco Petrone, uno dei portavoce del Comitato ambientalista Battipaglia dice No, la Sindaca Cecilia Francese e l’Assessore allo sviluppo pubblico e alla gentilezza Davide Bruno. Al centro della discussione c’è nuovamente il tanto chiacchierato Fattore di Pressione.
Petrone e il divieto della giunta Liguori alle “aziende insalubri” nella zona D2-Spineta
In un post Facebook pubblicato questa mattina, Raffaele Cucco Petrone è ritornato a parlare del Fattore di Pressione dicendo: «Nessuno di noi del Comitato crede che il “fattore di pressione” possa funzionare, ma che potesse celare una polpetta avvelenata non lo credevo possibile – e spiega – Nel 2005 la giunta Liguori introdusse un divieto assoluto di autorizzare “aziende insalubri” nella zona D2-Spineta. Motivo? Realizzare un “parco fluviale” in quell’area. Quindi divieto ASSOLUTO. Lì aziende che trattano rifiuti non possono essere aperte e se ve ne sono sono state autorizzate ABUSIVAMENTE (e “sanabili” solo dopo 5 anni). Cosa è scritto nella delibera del “fattore di pressione”? Che le aziende che la Regione autorizza debbono essere “nei limiti dei quantitativi attualmente aurorizzati” ed allocate o in zona ASI o in zona D2 Spineta. Cioè RIMUOVE il divieto introdotto nel 2005 da Liguori. Al punto che nella delibera si ordina all’ufficio tecnico di riscrivere (per la Spineta) le Norme Tecniche Attuative. Perché lo fanno? Che bisogno c’era di parlare esplicitamente della D2 Spineta? Perché togliere quel divieto? Quali interessi ci sono dietro all’abolizione del vincolo in quell’area?».
Pare che i consiglieri comunali di opposizione chiederanno di cancellare quella parte dalla delibera, ma a Petrone non basta, e chiede di sapere se la Sindaca fosse informata della cosa: «Cecilia Francese sapeva? Oppure, come è capitato a me che ho letto la delibera, non aveva capito? Com’è sfuggito a me può essere sfuggito a lei. Ma allora revochi IMMEDIATAMENTE l’incarico all’assessore Bruno, autore della delibera. Perché ha infilato una polpetta avvelenata in una delibera che, mentre dice di voler “fermare le industrie che trattano rifiuti”, regala un pezzo di territorio a questi signori. O Davide Bruno spiega cosa c’è dietro o lo si cacci. SUBITO. Oppure Cecila sapeva ed era complice – non risparmia parole forti – E allora, commissario o meno, è meglio per lei e per Battipaglia che prenda baracca e burattini e presenti le sue dimissioni. Perché Battipaglia è sotto attacco. Ed un sindaco alleato dei nemici della città è meglio che se ne torni a casa».
Cecilia Francese: «Si fa di tutto per buttare fango»
«Capisco che si faccia di tutto pur di buttare fango e dire bugie, ma stiamo scherzando?» esordisce la Francese in un video pubblicato sui social, svelando come sia stata la sia stessa amministrazione a scoprire l’esistenza di questa delibera: «Applicare il Fattore di Pressione vuol dire bloccare gli ampliamenti in quella zona, in cui ci sono almeno tre aziende che trattano rifiuti, da cui arrivano richieste di insediamenti e ampliamenti».
«Smettiamola di dire fandonie, altro che Pinocchio. Veniamo a un confronto pubblico perché si sta dicendo di tutto e di più, ma soprattutto menzogne» è la chiosa del primo cittadino.
Il duro sfogo dell’Assessore Davide Bruno: «triccheballacche della menzogna»
Sempre dalle pagine social, questa volta dell’Assessore allo sviluppo e alla gentilezza Davide Bruno, arriva un’altra risposta alla questione: «Bugiardi e ignoranti come in ogni manifestazione dove cercano, credendosi i padroni del mondo e della città, di dire la loro rifiutando di accettare la verità e il confronto sugli atti. Sono loro i “triccheballacche della menzogna”. Gruppi organizzati che gridano allo scandalo con interpretazioni false, ignorando le leggi e negando la realtà loro che da 30 anni hanno avvelenato il clima politico di questa città lasciando ai cittadini più di una polpetta avvelenata».
«La nostra delibera (fattore di pressione e divieto aziende pericolose) è un atto di indirizzo che non rimuove i vincoli del piano regolatore, ma propone un rafforzamento dello stesso costringendo gli enti che rilasciano le autorizzazioni a rispettare le vocazioni del territorio!» e sferra una stoccata: «Ci dovrebbero spiegare dov’erano i “Triccheballacche della menzogna” quando in Zona Spineta (e non potevano) venivano insediate aziende di rifiuti alle quali oggi hanno fatto acquisire un diritto?! Io all’Università, loro forse al governo della città, della Regione ed enti vari».
In cima alle priorità dell’Assessore Bruno, come spiega nel post, ci sono i cittadini, mettendo da parte le antipatie: «Io voglio parlare della verità e di cosa si può realmente fare con Provincia e Regione per risolvere il problema. I nostri cittadini sono più importanti e la menzogna e l’ignoranza saranno sconfitti, quindi smettetela di giocare sul “detto non detto” e gridare allo scandalo che non c’è, fate per una volta qualcosa per il territorio confrontatevi e cercate con le istituzioni una sana soluzione».