Via le 1.500 tonnellate di ecoballe dall’ex Stir di Battipaglia. Lo svuotamento apre la strada alla realizzazione del nuovo impianto di compostaggio. L’accordo è stato siglato mercoledì scorso da Eco Ambiente e Regione. S’oppone la sindaca: «È un errore plateale».
L’accordo siglato mercoledì mattina tra la Regione Campania, la Provincia ed Ecoambiente dà il via libera alla rimozione delle ecoballe presenti nell’ex Stir di Battipaglia. E apre la strada alla nascita del nuovo impianto di compostaggio. Nel 2017, s’opposero all’idea di realizzare l’impianto i tanti battipagliesi che scesero in piazza a protestare. Erano gli albori delle tante battaglie che il comitato “Battipaglia dice no” avrebbe intrapreso a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Quelle lotte, oggi rischiano di essere vanificate a seguito dell’intesa tra la Regione e il commissario liquidatore della società che gestisce lo Stir, Vincenzo Petrosino.
Il prezzo, fissato per 230 euro per tonnellata di rifiuto recuperato, si aggira intorno ai 340mila euro totali. Ma dalle pagine del quotidiano locale “La Città” emerge un aspetto ancora più importante: la società in liquidazione ha un debito con la Regione di 45 milioni di euro, che derivano dai mancati pagamenti delle balle portate al termovalorizzatore di Acerra. E il piano di rientro della società Ecoambiente, sembrerebbe vincolato all’accordo svuota-Stir. Non è ancora certa la data, dunque, ma a breve partiranno i lavori per la realizzazione dell’impianto.
E intanto, le reazioni dal mondo della politica e delle associazioni non sono positive. «Hanno approfittato della pandemia per accelerare sullo svuotamento del Tmb – dice il comitato Battipaglia dice No – così potranno partire i lavori dell’impianto di compostaggio». E secondo l’associazione ambientalista, le responsabilità sono in parte politiche: «Il subambito, il fattore di pressione, la disponibilità della Provincia: tutte chiacchiere». E la sindaca Francese prova a difendersi: «È un errore plateale – scrive sul suo profilo Facebook – considerando che nella stessa zona insiste anche l’impianto di Eboli malfunzionante. Inoltre è un’offesa farlo ora che la città è impegnata a reggere l’emergenza sanitaria. Fermate questa follia!».