Tempo di lettura: 2 minuti

Ok al sottopasso ferroviario: Rfi la spunta in Consiglio di Stato. L’esito della sentenza del Tar è stato ribaltato. Addio al passaggio a livello della morte.

Il sottopasso ferroviario si farà: i giudici del Consiglio di Stato gettano un colpo di spugna sulla sentenza del Tar di Salerno e ribaltano l’esito. Il colosso delle ferrovie, Rete Ferroviarie Italiane, nel 2011, quando a capo dell’amministrazione comunale c’era Giovanni Santomauro, ricevette l’ok per il progetto preliminare che sarebbe servito a eliminare l’intersezione tra asfalto e rotaie, rimpiazzandolo con un sottovia 115 metri più a sud sulla linea ferroviaria Napoli – Battipaglia, e che s’inseriva nel “Piano triennale per la soppressione dei passaggi a livello sulle linee ferroviarie dello Stato”.

Il cantiere, però, fu aperto 8 anni dopo, nel 2019. E due anni prima, nel 2017, Rfi dichiarò la pubblica utilità dell’opera, emettendo pure un decreto d’occupazione d’urgenza di quelle aree. Ma l’impero delle rotaie dimenticò d’informare gli eredi di quei suoli. L’avviso d’avvio dei procedimenti d’imposizione del vincolo espropriativo, infatti, finì sulla scrivania di Ciriaco Rago, 73enne battipagliese che con quei terreni non c’entrava nulla. Era un omonimo di Ciriaco Rago, nato invece nel ‘40, e passato a miglior vita già nel 2003, quando ad ereditare i suoli furono due donne: Gemma Rago e Caterina Quaranta. Che decisero d’appellarsi al tribunale regionale. E i magistrati della seconda sezione stacca di Salerno, presieduta da Nicola Durante bloccarono il cantiere. Fino a quando Rfi non avrebbe trovato un accordo con Rago e Quaranta, le due proprietarie “sfrattate” dal colosso ferroviario senza uno straccio di comunicazione.

SENTENZA RIBALTATA: OK AL SOTTOVIA

E il sottopasso, l’opera pubblica piazzata nel popoloso rione Belvedere di Battipaglia, a pochi metri dal passaggio a livello al confine con Bellizzi, fu stoppata. Gli atti vennero annullati, e il ripristino dei lavori rimandato a data da destinarsi. Un’opera da 3,8 milioni di euro, totalmente a carico di Rfi, che avrebbe potuto finalmente restituire dignità a un luogo dimenticato da Dio. Il passaggio a livello, quello che negli ultimi anni è costato la vita a un 19enne a un 41enne, teatro di rapine e pestaggi, avrebbe potuto essere già un lontano ricordo. Adesso, le toghe romane, il presidente Roberto Giovagnoli e l’estensore Silvia Marino, hanno ribaltato l’esito della sentenza.

Decisivo il fatto che, a settembre del 2013, le due comproprietarie dell’area avrebbero informato Rfi del mutato assetto proprietario dei beni. I magistrati del Cds hanno bocciato anche la tesi secondo cui l’opera sarebbe difforme dallo strumento urbanistico vigente nel Comune di Battipaglia: l’approvazione del progetto definitivo in conferenza dei servizi, a dicembre 2013, costituisce automaticamente anche variante urbanistica, contestualmente all’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio.