Il destino di oltre quaranta famiglie con malati di Alzheimer all’interno è appeso a una montalettighe. Da due anni, il centro diurno per malati di Alzheimer è stato chiuso. Un blitz dei Nas, a novembre del 2018, a seguito del quale emersero una serie di irregolarità, fece sì che la struttura chiudesse. Mattonelle saltate, qualche porta da aggiustare. Ma, soprattutto, la necessità di installare una montalettighe per il trasporto dei pazienti allettati, come aveva stabilito una recente norma.
Ventidue mesi d’attesa, e le responsabilità che si palleggiano tra l’Asl e il Comune senza riuscire a trovare una quadra per riaprire il centro diurno dei malati d’Alzheimer. Durante l’ultimo consiglio comunale, il consigliere d’opposizione Pino Bovi aveva portato nuovamente la discussione al centro dell’attenzione. «I lavori furono svolti e pagati ad agosto 2019 – disse Bovi – e la montalettighe aveva il suo impegno di spesa (30.000 +iva). Poi, tutto si è fermato e questa amministrazione, cambiati gli interlocutori, ha destinato ad altro i fondi autorizzando la società che gestisce Villa Maria ad utilizzare parte dei locali». Quali interlocutori? «Inizialmente ero io l’interlocutore, su precisa richiesta della sindaca Francese nonostante fossi passato all’opposizione. Poi se ne è occupato qualche altro assessore delegato alle cose importanti…» conclude Bovi.
Oggi, i malati d’Alzheimer sono assistiti, provvisoriamente, da alcuni volontari presso la parrocchia San Gregorio VII. Dodici pazienti, non di più. Per gli altri non c’è spazio. Ché le normative anti-Covid impongono il distanziamento sociale. «L’utilizzo di questi fondi – spiega l’assessore ai lavori pubblici Pietro Cerullo – non è stato destinato ad altro. C’era la difficoltà di trovare la copertura nel bilancio di 50.000 euro per la montalettighe. E stiamo cercando di ragionare, di concerto con l’Asl e con l’Aima, per trovare una soluzione e risparmiare qualcosa. L’ascensore esiste, ma non può trasportare pazienti allettati. Probabilmente sarà difficile ovviare e alla fine dovremo installarlo per forza».
Il centro diurno, attivato durante la giunta Santomauro, s’è arenato in una convenzione con l’Asl che dovrebbe gestirla e concedere la disponibilità degli operatori ma, di fatto, non ha mai formalizzato un atto per la gestione della stessa. Sulla vicenda è intervenuto anche Egidio Mirra che, all’epoca dei fatti, sollevò la questione in consiglio comunale. «L’incapacità di quest’amministrazione – spiega il capogruppo del Pd – è stata una sola: bisognava sedersi a un tavolo con l’Asl e dire “volete gestirla o no?”. Perché per ogni passo avanti che è stato fatto, sembra che l’Asl ne faccia uno indietro. Io non lo avrei chiuso dalla sera alla mattina. I soldi sono stati stanziati, ma i lavori non sono mai stati eseguiti: siamo quindi sicuri che l’Asl gestirà la struttura? E confermo la mia previsione: quella struttura non verrà mai più riaperta». E intanto che il ping-pong delle responsabilità prosegue incessante, i pazienti e le famiglie con i malati d’Alzheimer attendono. Di “salire” sulla montalettighe…