C’è l’accordo tra i vertici del “Santa Maria della Speranza” ed i neonatologi dell’Azienda dei Colli
Un patto per sopravvivere. Senza il soccorso, lautamente retribuito, dei medici di Napoli, il reparto di Neonatologia del Santa Maria della Speranza di Battipaglia dovrebbe chiudere i battenti. Per assicurare le attività di assistenza ai piccolissimi del comprensorio, la soluzione è la stipula di una convenzione coi vertici dei Colli.
L’emergenza
Nell’unità ospedaliera di Neonatologia e di Terapia intensiva neonatale, il primario, Domenico Cortazzo, si avvale di su un’équipe falcidiata dagli anni che passano e dai pensionamenti. Tra le mura del reparto, i camici bianchi si contano sulle dita di una mano: i medici sono rimasti in cinque, ma uno di loro, per motivi di salute, è stato esonerato dai turni di guardia festivi e notturni.
In un reparto tanto delicato, i turnisti sono rimasti in quattro. Pochi, troppo pochi, per un’unità ospedaliera che ogni anno, in media, si dedica a 1.300 parti e sostiene 400 ricoveri tra Tin e patologie neonatali. E non serve soltanto i comuni del distretto sanitario che fa capo a Battipaglia: anche l’utenza ebolitana si rivolge al reparto guidato da Cortazzo.
«Una grave carenza di dirigenti medici», è l’allarme lanciato dal direttore sanitario della struttura battipagliese, Mario Minervini, e dalla direttrice amministrativa del presidio ospedaliero, Annamaria Costagliola. Un grido che si era sentito pure a luglio dell’anno scorso, quando l’Asl adottò le prime contromisure, ma adesso, segnalano i due, «si sono ulteriormente acuite le carenze di organico». Per i vertici del presidio ospedaliero cittadino, il «numero è insufficiente a garantire le attività assistenziali»
L’accordo
Proprio per questo, il 4 dicembre scorso, Minervini ha scritto a Mario Iervolino, commissario straordinario dell’Azienda sanitaria locale salernitana: nella missiva si domandava al numero uno dell’Asl provinciale di allungare una vecchia convenzione stipulata con l’Azienda ospedaliera dei Colli di Napoli, guidata da una vecchia conoscenza degli ospedali della zona.
Si tratta del commissario straordinario Antonio Giordano, ex direttore generale dell’Asl di Salerno, che il 2 gennaio ha immediatamente comunicato di essere favorevole al rinnovo. «Al fine di assicurare la dovuta assistenza ai pazienti», Iervolino ha accettato la proposta, dando il via libera alla convenzione annuale con l’azienda partenopea. Lo ha fatto con una delibera commissariale.
1,08 euro al minuto
Un accordo da 100 ore al mese: il 31 dicembre 2019, i medici partenopei del Monaldi e del Cotugno avranno effettuato 1.200 ore di consulenza tra le pareti della struttura di via Fiorignano. Tempo che l’Asl di Salerno retribuirà a peso d’oro: 60 minuti di lavoro costeranno alla sanità provinciale 65,10 euro.
Sessant’euro di corrispettivo economico e 5,10 euro di Irap. Per tutto l’anno, tamponare l’emergenza personale a Neonatologia costerà all’Asl la bellezza di 78.120 euro. Nei mesi scorsi, i neonatologi di Battipaglia avevano beneficiato pure dell’ausilio dei camici bianchi del Ruggi D’Aragona e San Giovanni di Dio di Salerno, che da luglio a dicembre del 2018 si erano resi disponibili, alle stesse condizioni economiche, per 48 ore al mese.
L’accordo è prorogabile, ma la corposa utenza dell’ospedale auspica il via libera alle nuove assunzioni nell’ambito dell’ambizioso piano annunciato nei giorni scorsi dal presidente della giunta regionale, Vincenzo De Luca.