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Articolo estratto da “La Città” 05/07/2019

“Ora siamo in contatto con l’ambasciata colombiana, possiamo sentirci più tardi?. Sono frenetiche a casa Acocella, nel cuore di Salerno. Rocco Acocella non si trova. Le tracce del giovane skipper salernitano, classe ’87, si sono perse nel Mar dei Caraibi, nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico. Da sei interminabili giorni, il gps e la radiolina del “Trinavis“, il trimarano del biologo salernitano che ha solcato i mari di mezzo mondo, tacciono. Un silenzio inquietante.

ROCCO ACOCELLA PERSO NEL MARE

fino al 17 giugno, Rocco era a Saint Martin, nelle Antille Francesi: quel giorno è salito a bordo del Trinavis, il trimarano che batte bandiera inglese, per dirigersi verso il porto colombiano di Barranquilla. Di l’ avrebbe dovuto raggiungere l’Ecuador, per fare da guida per un gruppo di giovani turisti per conto di un tour operator internazionale. E la sua barca avrebbe dovuto salire a bordo di un aereo e raggiungere l’Ecuador. In Colombia non c’è mai arrivato.

APPELLO SOCIAL

E da Salerno la sua famiglia ha lanciato l’allarme. Gli Acocella sono molto conosciuti in città: la mamma dello skipper, Enrica De Falco, è docente al Dipartimento di Farmacia dell’Università degli studi di Salerno, a Fisciano. E lo zio, Giuseppe Acocella, è ordinario ei Etica sociale alla “Federico II” di Napoli. L’appello sui social lo ha lanciato la sorella di Rocco, Elisabetta, che ha 29 anni. Un messaggio bilingue, in italiano e in inglese, postato su Facebook, con l’immagine del giovane skipper in piedi sulla sua imbarcazione: “Il ragazzo nella foto è partito a bordo di questa barca, la Trinavis, il 17 giugno”.

La ragazza spiega che il fratello era “in partenza da San Martin” e che viaggiava “in direzione del porto di Barranquilla“. Poi annuncia che “è da considerarsi scomparso da sabato 29 giugno”, perché “da allora non si hanno più notizie”. Lascia due recapiti: 3494168047 per gli italiani, 3332510900 per gli anglofoni. Poi la preghiera: “Condividere questo post il più possibile, è estremamente urgente”.

È la disperazione di chi cerca un fratello nell’oceano sconfinato. Lo fanno le guardie costiere della zona, che stanno setacciando palmo a palmo il mare magnum. La Farnesina monitora, e l’ambasciata italiana a Bogotà è costantemente in contatto con la famiglia, che attende buone nuove dall’oceano. È l’Oceano di Baricco, “che è grande e fa paura”. Non a Rocco, che è un lupo di mare, un velista esperto.

IL BIOLOGO “ROVERANDUM

Gli abissi, per uno come lui, non hanno segreti. Quell’oceano sconfinato che tiene l’Europa lontana dalle Americhe, lo skipper, che è stato pure attivista di “Greenpeace”, lo ha solcato per ben due volte. Nell’ultima occasione, col trimarano era partito dal Portogallo: era in compagnia di una ragazza, la sua fidanzata, che poi s’è fermata a Saint Martin. Quel viaggio fino alla Colombia, Rocco lo ha affrontato da solo.

“Solare, gioioso ed entusiasta, ma pure meticoloso e prudente ogni volto che pianificava un viaggio via mare o l’escursione alla guida di un gruppo”: così lo descrivono i suoi familiari. Nel 2013, la laurea in biologia: un po’ di tempo in Australia, in quel di Melbourne, e poi la scelta di dedicarsi al mare e alla natura. È diventato una guida, tra le più richieste al mondo.

Tant’è che, nelle scorse ore, migliaia e migliaia di utenti hanno condiviso sui social l’appello di sua sorella. Velisti, ma pure escursionisti amatori che hanno apprezzato “Roverandom“. È il soprannome di rocco, che lo ha scelto dopo aver letto l’omonimo romanzo di Tolkien: è la storia di un cucciolo di cane, il giovane Rover, che aveva fatto infuriare uno stregone ed era stato trasformato in un cagnolino di porcellana.

E, per ritrovare il fattucchiere Artaserse, era finito sulla luna e sotto il mare. Per tornare ad essere un cane in carne ed ossa. E Rocco cerca sé stesso nell’oceano infinito, a bordo d’un “Trinavis”, d’un trimarano dove ognuno dei tre scafi è “vis”, è forza. E serve forza per solcare i sette mari e tornare a casa. Salerno se lo augura. E aspetta di riabbracciare Roverandom.