Arriveranno presto in Italia test sierologici forniti dall’azienda farmaceutica statunitense Abbott, vincitrice del bando indetto dal Governo per la fornitura nel nostro paese di questi test, che saranno molto utili nell’ambito dell’emergenza Coronavirus. Un migliaio saranno i laboratori italiani che riceveranno i test.
Qual è la differenza tra questi test sierologici e i tamponi? A rispondere a questa domanda è la dottoressa Mafalda De Vita del laboratorio di analisi cliniche di Battipaglia “Biosanitas“: «Il tampone è l’unico esame di laboratorio che fotografa in quell’istante la presenza del coronavirus all’interno delle mucose respiratorie. I test sierologici, invece, servono ad individuare chi è entrato in contatto con il Coronavirus e a rilevare gli anticorpi prodotti dal nostro sistema immunitario in risposta al virus. Quindi, raccontano la storia della pregressa esposizione al virus».
Al test, il cui costo oscillerebbe tra i trentacinque e i cinquanta euro, non potranno però sottoporsi tutti. Una prima individuazione dei soggetti verrà fatta attraverso un triage telefonico, le cui domande andranno ad escludere chi ha già contratto il virus o chi ha subito comunque un’esposizione allo stesso. Superato questo primo step, il richiedente dovrà poi sottoporsi a un nuovo colloquio, questa volta nella struttura dove intende fare il test. Attualmente c’è una grande richiesta di test, in particolare da parte delle aziende che in questi giorni sono tornate in attività, ma le prime scorte prese dalla Regione sono state smistate nel personale sanitario, che ha la precedenza al momento, e non sono quindi sufficienti.
«Questi test – aggiunge la dott.ssa De Vita – sono sicuramente uno strumento prezioso per la Fase 2, anche se non forniscono diagnosi sostitutive dei tamponi resta il fatto che possono essere molto utili e preziosi per le indagini epidemiologiche». Tuttavia ci si aspetta un impegno maggiore da parte dell’Asl nel fornire alle strutture delle linee guida da seguire per l’esecuzione di questa procedura: «Occorrono indicazioni ufficiali ed univoche da parte dell’Asl sulla corretta gestione anche del flusso di dati dei pazienti» conclude la dottoressa del laboratorio battipagliese.