“Il servizio si rivolge innanzitutto agli studenti residenti” è quanto si legge nel bando pubblicato dal Comune di Battipaglia alla voce “Destinatari”. Le famiglie non residenti a Battipaglia, ma che hanno iscritto i loro bambini nelle scuole cittadine, sono costrette a pagare la quota più alta (come se il loro ISEE fosse più alto di 18mila euro). Luisa Stabile (rappresentante di classe alla “Sandro Penna”) e Annalisa Nocera hanno voluto denunciare la situazione.
“Abbiamo sempre pagati i ticket mensa in base al nostro ISEE. Quest’anno, senza nessuna comunicazione precedente, ci siamo ritrovati improvvisamente a dover pagare come se il nostro ISEE fosse superiore ai 18mila euro annui” è quanto denuncia Annalisa Nocera, madre di due bambini iscritti alla scuola “Sandro Penna” ma residente nel comune di Eboli.
“Ho provato a parlare con la dirigente Anna Pannullo e con l’assessore Rosaria Caracciuolo. Mi hanno detto che l’unica possibilità era parlare col Comune di Eboli chiedendo di accollarsi la differenza tra ciò che dovrei pagare e ciò che pago in più“. E dal Comune di Eboli hanno fatto sapere che non c’è possibilità di ovviare a questa problematica. “L’assessore Angela Lamonica mi ha detto di aver ricevuto la comunicazione da Battipaglia ma che non è possibile accollarsi la differenza, poiché il Comune di Eboli applica un regolamento diverso“. Infatti, al contrario, chi non è residente a Eboli ma ha iscritto i bambini nelle scuole del territorio, paga comunque la quota in base all’ISEE.
E lo scorso marzo, la situazione si è complicata ulteriormente. A partire dal 18 marzo, chiunque usufruisca del servizio mensa ha ricevuto un aumento sulle già alte quote, e persino coloro che hanno ISEE pari a zero sono obbligati a versare 50 euro sui sistemi di elettronici pasto, pena l’impedimento della prenotazione dei ticket.
“Questa è una situazione insostenibile, un’ingiustizia nei confronti dei cittadini che vorrebbero avvalersi del proprio certificato ISEE. Vogliamo denunciare questo abuso sui nostri diritti e su quelli di chi non sa come combattere questo sistema” prosegue così lo sfogo di Annalisa Nocera che ha provato anche a mettersi in contatto con l’avvocato che ha seguito la recente vicenda del Comune di Lodi, condannato per aver discriminato i figli di extracomunitari che non potevano usufruire della mensa: “Mi ha detto che è la prima volta che sente una situazione del genere. Inoltre trovo grave la rassegnazione degli altri genitori che vivono la mia stessa condizione“. E sul danno economico, precisa: “Dovrei pagare 2,25€ per i due bambini che ho iscritto. E invece ne pago più del doppio (5,8€) visto anche l’aumento di 0,40€ di marzo“.
La risposta dell’amministrazione non si fa attendere. Secondo l’assessore all’area sociale, Rosaria Caracciuolo, spetterebbe agli altri Enti farsi carico della quota: “Non è una questione politica, non lo decidiamo né io né i sindaci. È una legge e la attuiamo. Il Comune di Battipaglia – spiega l’assessore – ha deciso di far pagare la quota massima ai non residenti. Spetta agli altri Enti farsi carico della restante parte, come facciamo noi per i le famiglie residenti a Battipaglia che hanno iscritto i bambini in altre scuole“. Il regolamento è a discrezione dei vari Enti: “Abbiamo applicato quella che è una legge nazionale, poi ogni sindaco fa come vuole. Non vado a sindacare a casa di un altro, ognuno ha i suoi regolamento che decide di attuare o meno. In molte città stanno rinunciando al servizio mensa, ma non è il nostro caso perché continuiamo a fornire un servizio di eccellenza“.