Una sola mensilità come exit bonus: questa l’ultima umiliazione per i lavoratori della Treofan Battipaglia
Non arriva a una fine il lungo travaglio per i circa ottanta lavoratori della Treofan Battipaglia, che proprio nelle ultime ore hanno ricevuto una nuova umiliazione da parte della società indiana Jindal Films Europe: una sola mensilità come exit bonus, e pochi giorni per decidere se accettare la proposta e abbandonare l’azienda, o rifiutare e continuare ad essere parte del processo di reindustrializzazione, come prevedeva l’accordo stilato e concordato presso Confindustria Salerno.
La Jindal, che lo scorso gennaio ha sancito la chiusura della sede Treofan Battipaglia, delocalizzando le produzioni nella struttura residente a Brindisi, per cui la Jindal aveva anche ricevuto una somma di finanziamenti pubblici pari a dodici milioni di euro per l’ampliamento della stessa e l’assunzione di nuovo personale, ha inviato la drammatica comunicazione ai lavoratori, a cui hanno deciso di rispondere a tono.
«Presso Confindustria Salerno abbiamo firmato un accordo in cui voi, da grandi uomini e mega professionisti che dite di essere, dopo innumerevoli telefonate, durante le quali probabilmente avete chiesto anche il permesso per andare al bagno al vostro padrone, cui siete dediti e sudditi, vi impegnavate a valutare la nostra proposta di incentivo all’esodo pari a ventiquattro mensilità – spiegano i lavoratori – La vostra prima risposta a tale accordo è stata “no exit bonus”, già questo è da considerarsi una cosa a dir poco sconcertante, che assume sembianze vomitevoli oggi, a seguito della proposta di una mensilità entro il 31 agosto, inviata in data 28 agosto».
A giugno i dipendenti scrissero anche una lettera a Luigi Di Maio
Portati allo stremo dopo sette lunghi mesi di lotte, battaglie, tavoli e scontri, i dipendenti della Treofan non riesco a nascondere la frustrazione: «Veramente credete di poter giocare in questo modo? Veramente pensate che tutti al mondo abbiano la vostra stessa tenebrosa visione della vita? Credete di poter disporre delle persone come fossero degli stracci? La risposta a tutto questo è un sintetico no! I lavoratori di Battipaglia sono indignati e stanchi dei vostri comportamenti che non trovano definizione. In barba alle leggi ed in sfregio alle più elementari regole di rispetto ed educazione nei confronti del paese che vi ospita, avete sbeffeggiato le Istituzioni italiane, preso per i fondelli i cittadini e soprattutto trattato come stracci i lavoratori».
La risposta alla Jindal, firmata Alberto Padula, prosegue: «Apprendiamo che in Germania esiste un accordo di riconciliazione, datato 26 Aprile 2019, in cui i parametri per definire l’incentivo all’esodo sono ben più ampi e generosi della misera mensilità proposta. Rispedendo al mittente la comunicazione e sottolineando che non abbiamo bisogno della vostra elemosina! – l’invito è quello a fissare un incontro di persona per discutere del caso – Vi invitiamo a discutere, con serietà e professionalità, di questo argomento in una sede istituzionale».
«Chiediamo a tutte le istituzioni nazionali ed internazionali coinvolte, un energico intervento e una convocazione immediata al Mise. È giunta l’ora di dire basta! Continuate a giocare sulla nostra sorte e questo non lo possiamo permettere!» è la chiosa finale.