Il sopralluogo per il servizio di videosorveglianza, nel comando dei vigili urbani, ha fatto emergere profonde criticità strutturali. I lavori verranno presto avviati e finanziati dai fondi adoperati per il sistema di monitoraggio
Muffa, mattoni e travi scoperte e umidità. Le sale del comando dei vigili urbani cadono a pezzi, con il personale della polizia municipale costretto a lavorare in una condizione di profonda insalubrità e grande rischio, per possibili crolli che potrebbero avvenire da un momento all’altro. Tali criticità sono emerse quando, negli scorsi giorni, al comando si sono recati tecnici e presidente del Consorzio Asi, Antonio Visconti, per testare le videocamere di sorveglianza installate proprio in zona Asi.
Tali criticità andrebbero ad incidere anche sull’installazione dei sofisticati server utili proprio per la videosorveglianza della zona, e non soltanto, perché nel sistema di monitoraggio sono previste anche delle speciali centraline ambientali che controllano le eventuali emissioni inquinanti a ridosso degli impianti industriali. Il tutto collegato alla control room, ubicata nelle sale del comando, situato da ormai vent’anni in un’ala del vecchio tabacchificio.
Uno di questi strumenti teme l’umidità, e quindi non potrebbe proprio essere installato in una condizione simile. Per tali ragioni, come s’apprende da La Città di Salerno, verranno messi in moto dei lavori di sistemazione delle sale, eliminando umidità e rischio di crolli, coperti dai fondi del Pon legalità, gli stessi adoperati per la videosorveglianza.
Visconti ha detto: «Sarà l’Asi a realizzare i lavori con i fondi del progetto. Altrimenti tutto quanto abbiamo fatto finora non servirebbe a nulla. Il problema va risolto e velocemente. A parte il fatto che nessuno può e deve lavorare in simili condizioni. La control room deve essere installata in una sala senza umidità e senza rischio crolli, così come il potente server. Si tratta di apparecchiature non solo sofisticate, ma anche molto costose, e deve entrare in funzione al più presto».
«Le telecamere sono già attive. Le stazioni di controllo per le emissioni, che sono 28, pure. Le abbiamo installate nei punti più delicati, quelli vicini agli impianti che producono possibile inquinamento. Manca solo il sistema di elaborazione dati che va messo proprio nella sala del comando», conclude Visconti.