Scattano le manette per Giovanni Marandino, ex boss della Piana del Sele, operante a Capaccio Paestum, arrestato dai finanzieri ieri mattina con l’accusa di usura. Ai domiciliari anche il figlio Emanuel.
Usura “domestica”, così l’ha definito il gip Alfonso Scermino, del tribunale di Salerno, nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Giovanni Marandino, detto Ninuccio, emessa dai finanzieri del nucleo di polizia economica e finanziaria di Salerno. L’uomo, 83enne, viste le precarie condizioni di salute, è stato trasferito nel reparto “detenuti” dell’ospedale Ruggi D’Aragona.
L’inchiesta, diretta dal pm Francesca Fittipaldi, si riferisce a fatti accaduti tra il 2019 e il 2020. Con un lungo lavoro a monte realizzato grazie all’utilizzo di un trojan installato nel cellulare del figlio Emanuel, 39enne, finito agli arresti domiciliari. Una holding dello strozzo: tutto girava intorno all’ex boss della Piana del Sele, Giovanni Marandino, che presso la sua abitazione elargiva prestiti agli imprenditori con tassi alle stelle. Un vero e proprio «centro logistico di finanziamento» scrive Scermino. Con tanto di titoli bancari e garanzie. 100mila euro per un totale di sei attività contestate, a fronte della quale sono stati calcolati 90mila euro di interessi maturati. Soldi che venivano ripulite tramite clienti e vittime dei suoi prestiti.
Solo in tre hanno confessato, gli altri, impauriti dalla fama del boss Marandino, hanno preferito deviare. Ma il filone d’inchiesta, secondo gli inquirenti, è solamente all’inizio. Nei prossimi mesi, dunque, non è da escludere che emergano nuovi inquietanti dettagli. E altre vittime di colui che, negli anni ’80, divenne la principale figura di spicco della criminalità nella Piana del Sele, condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso per via dei rapporti con la camorra cutoliana.