Eboli, la finanza smaschera 115 furbetti dei buoni spesa. Avevano fatto richiesta, lo scorso aprile, durante la prima ondata della pandemia da Covid-19, per ottenere i buoni alimentari destinati alle famiglie indigenti, ma senza averne diritto. Adesso rischiano una denuncia a piede libero.
Centoquindici furbetti dei buoni pasto. Succede a Eboli, dove lo scorso aprile, nel pieno della prima ondata pandemica da Coronavirus, 115 famiglie hanno richiesto i buoni spesa stanziati dal governo centrale per fronteggiare l’emergenza alimentare, senza che i requisiti venissero rispettati.
Non gli è andata bene, però. Perché gli uomini della Guardia di Finanza, coordinati dal capitano Nunzio Napolitano, hanno stanato i 115 “furbetti”. Che adesso rischiano una denuncia a piede libero. Le indagini, cominciate lo scorso maggio, sono andate avanti per oltre sei mesi dopo la protesta portata avanti da ventidue famiglie rimaste escluse per esaurimento fondi. L’allora sindaco Massimo Cariello promise delle donazioni in loro favore, mentre i consiglieri comunali delle verifiche su eventuali incongruenze.
Che, effettivamente, a seguito delle indagini delle fiamme gialle, sembrerebbero esserci state. Su circa 1.200 richieste presentate al Comune di Eboli, 115 risultano mendaci. Un tasso altissimo: quasi il 10% delle famiglie ha mentito, a discapito di altri indigenti che, probabilmente, avrebbero dovuto beneficiare realmente dei buoni spesa. Nelle richieste parte dei redditi veniva omessa, e si dichiarava qualche familiare in meno. E dalle stanze di Palazzo di Città, ovviamente, per far presto, si è proceduto all’erogazione dei bonus riservandosi di eseguire eventuali verifiche in seguito. Così è stato, e i finanzieri di Salerno hanno smascherato il bluff. Un trend che si è ripetuto anche in altri comuni della Valle del Sele, e dei Picentini, dove nei giorni scorsi sono stati scoperti diverse decine di richieste false.