Muore a 24 anni: un 24enne indiano, che da 3 anni lavorava ad Eboli, era stato operato di appendicite. Poi il contagio da Covid-19 e il decesso all’ospedale civile di Agropoli.
Dieci giorni. Sono bastate 240 ore per mettere fine alla vita del giovane 24enne, di nazionalità indiana, che da tre anni lavorava per un caseificio di Eboli in località Prato. Si è ammalato lo scorso 7 febbraio. Ha contratto il Covid-19, il virus killer che negli ultimi due anni ha mietuto le stesse vittime dell’Olocausto in tutto il mondo: 6 milioni di decessi. La vita del giovane 24enne s’è fermata tra le mura dell’ospedale civile di Agropoli. A nulla è valso lottare, nel reparto di terapia intensiva, al fianco dei medici che sino all’ultimo minuto hanno provato a tenerlo in vita.
Prima del trasferimento ad Agropoli, il giovane era finito sotto i ferri per essere operato di appendicite al “Mari Santissima Addolorata” di Eboli. Un intervento riuscito alla perfezione, ma poco dopo essere stato dimesso è risultato positivo al Covid. E le condizioni sono peggiorate spaventosamente. Farmacia, terapia dell’ossigeno. Tutto vano: ieri, il 24enne è deceduto. Sotto choc le comunità di Eboli, dove lavorava ed era molto conosciuto, e di Altavilla Silentina, dove risiedeva. In provincia di Salerno, il virus continua a viaggiare a ritmi sostenibili di contagio: 1.200 i nuovi casi su tutto il territorio salernitano. Positivo anche il sindaco di Siano, Giorgio Marchese.