Cala il sipario sulle storiche officine “Maccaferri”. La storica fabbrica bellizzese annuncia la chiusura in videoconferenza. 32 lavoratori sul lastrico. L’amarezza e la rabbia dei politici Volpe e Bilotti: «Un’ingiustizia».
«Con la morte nel cuore, devo annunciarvi che lo stabilimento chiuderà». Da tempo, oramai, era diventato più che un sospetto. Adesso quella paura s’è concretizzata ufficialmente. Le officine “Maccaferri”, la storica fabbrica bellizzese, chiude per sempre. E l’annuncio arriva addirittura in videoconferenza, direttamente dal direttore commerciale dell’azienda bolognese, Giovanni Francia. Una doccia fredda per i 32 lavoratori che adesso si ritrovano sul lastrico. Andranno in cassa integrazione per un anno, poi, il loro futuro sarà un punti interrogativo.
L’impressione, però, è che la vicenda sia destinata a rimanere sotto le luci dei riflettori per molto tempo. Anna Bilotti, deputata del Movimento 5 Stelle, che sin dall’inizio ha seguito in primo piano la vertenza, ha annunciato che «sulla vicenda delle officine Maccaferri di Bellizzi va fatta piena chiarezza, non si può chiudere uno stabilimento in videoconferenza e mandare sul lastrico 40 lavoratori senza prima percorrere altre strade e provare a trovare una soluzione». La deputata salernitana chiede chiarezza. «La società non può semplicemente nascondersi dietro la crisi economica ed epidemiologica per liquidare dalla sera al mattino l’azienda di Bellizzi, ma deve spiegare e argomentare a dovere nei luoghi deputati – aggiunge Bilotti – In questa vicenda ci sono troppi aspetti ancora da chiarire, che ho evidenziato a più riprese nei mesi scorsi e riportato anche in Parlamento con atti ufficiali. Non si capisce, per esempio, come si possa liquidare con tale facilità un’industria all’avanguardia in un settore, quello del dissesto idrogeologico, assolutamente strategico nella nostra regione, nel nostro Paese e non solo».
IL VIDEO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO LA CITTA’ DI SALERNO
Rabbia e sgomento anche da parte del sindaco di Bellizzi, Mimmo Volpe. «Sono al fianco dei lavoratori Dobbiamo recuperare urgentemente il tavolo nazionale al Ministero delle Attività Produttive. Ho già comunicato al Prefetto la mia disponibilità. Li accompagnerò nella vertenza non appena il Ministro darà le deleghe ai Sottosegretari. In Emilia Romagna stanno ricollocando tutti i lavoratori del gruppo Maccaferri» commenta il primo cittadino. «Credo che sia un’ingiustizia. Il gruppo Maccaferri, che ha una lunga tradizione sociale oltre che imprenditoriale, con questa vertenza la sta completamente offuscando. Non si possono trattare 32 lavoratori come degli emeriti abusivi anonimi. Hanno dato la vita perché sono figli dei figli che hanno arricchito il gruppo e le sue holding». conclude Volpe.
E Vincenzo Ferrara, rappresentante della Fim-Cisl provinciale, lancia l’allarme. «Anche questa volta non abbiamo una classe politica che riesca a mantenere i lavoratori sul territorio. Non si sa perché hanno iniziato a tagliare da Bellizzi senza aspettare cosa succedesse nel concordato. Da sei mesi cerchiamo di andare al governo per cercare soluzioni, ci sono 11 miliardi di euro sul dissesto idrogeologico, dove faranno questi lavori? Se chiude l’unico stabilimento che fa questi prodotti, e l’Italia è piena di problemi, dobbiamo pensare che li faranno fuori dai confini?».