Salvatore Cerzosimo non ce l’ha fatta. Battipaglia piange la sua quarta vittima per Covid-19. L’ex vigile, 74enne, era in dialisi da cinque anni. Dopo aver contratto il virus è cominciata l’odissea. Un caso di malasanità denunciato dal figlio Mirco.
Il Covid-19 continua a mietere vittime. Anche a Battipaglia. La città capofila della Piana del Sele fa i conti con il quarto decesso da Coronavirus. Questa volta è toccato all’ex vigile Salvatore Cerzosimo. Il caso era passato alla ribalta delle cronache locali per la coraggiosa denuncia del figlio Mirco che aveva raccontato dell’inferno vissuto dal padre, paziente in dialisi e positivo al Covid-19, ma senza «aiuti dallo Stato».
Ne avevamo dato notizia lo scorso 26 ottobre, quando l’anestetista battipagliese Ugo Tozzi aveva denunciato la vicenda sul suo profilo Facebook. Salvatore Cerzosimo, ex vigile e paziente in dialisi, da quando è risultato positivo al Covid ha dovuto combattere contro le falle d’un sistema sanitario in grave affanno. «Era il 23 ottobre quando Salvatore è andato al centro per la dialisi. Inizia la terapia, e come da protocollo gli fanno il tampone. Esito: positivo» racconta il figlio Mirco. Da quel momento in poi l’odissea: l’ex vigile ha bisogno di cure, ma l’ospedale più vicino per le cure è a 80 chilometri. Più precisamente a Scafati.
Salvatore, 74 anni il prossimo 11 dicembre, in dialisi, COVID POSITIVO, ha ultimato il suo viaggio. Ci ha lasciati. Ha…
Pubblicato da Mirco Cerzosimo su Giovedì 5 novembre 2020
Dal medico di base non arrivano indicazioni chiare: Mirco e Salvatore non sanno cosa fare. Non possono violare i protocolli e uscire di casa, ma il 74enne ha bisogno delle cure per poter vivere. Ed ecco che il figlio eroe s’improvvisa autista e infermiere, accompagnando il padre allo “Scarlato” di Scafati, ché un trasporto privato in ambulanza costerebbe 400 euro a viaggio, nonostante il protocollo gli impedisse di violare la quarantena fiduciaria in attesa del tampone. Il 30 ottobre, sette giorni più tardi, Salvatore respira male, è dolorante, spossato, non ha appetito. E di posti letto nemmeno l’ombra. «Dicevano che non aveva bisogno di un ricovero perché i parametri vitali sono buoni» ricorda il figlio, pallanuotista di Battipaglia.
Poi, s’accende una speranza. La chiamata dal nosocomio ebolitano: c’è un posto letto. Salvatore viene ricoverato il 3 novembre. Intanto il figlio Mirco, e la moglie Paola, sono risultati positivi al test. I medici ebolitani capiscono che la situazione è grave, provano in tutti i modi a salvargli la vita. Ma giovedì la notizia che gela tutti: il cuore di Salvatore Cerzosimo ha smesso di battere. Non c’è più niente da fare. Il mostro del 2020, il Covid, ha vinto ancora. La salma viene portata sotto casa dei familiari prima di essere sepolta. «Hanno perso le istituzioni e lo Stato. Sono loro che lo hanno ucciso» è il commento pieno di rabbia del figlio Mirco. Che punta il dito contro quello Stato che il padre, in quarant’anni di carriera, aveva servito prima di andare in pensione.