Un mese dopo la tragedia che ha colpito la famiglia Mandia, i legali statunitensi hanno avviato delle indagini. Sopralluogo nel campus dove Claudio s’è tolto la vita a 17 anni, ascoltati anche i testimoni.
Via alle indagini. Un mese dopo la tragica scomparsa di Claudio Mandia, 17enne battipagliese morto a New York per impiccagione, stando a quanto riferiscono le autorità statunitensi, nella stanza del college dove studiava, gli avvocati dello studio legale americano Bochetto-Lentz, capitanati da George Bochetto, nella giornata di ieri si sono recati alla “Ef Academy” per svolgere un sopralluogo ed esaminare la camera dove Claudio alloggiava. L’obiettivo è ricostruire gli ultimi giorni di vita del giovane battipagliese ed ascoltare le testimonianze degli amici e degli studenti del campus. Parallelamente, anche i poliziotti del commissariato di Mount Plesant l’ufficio del procuratore distrettuale della Contea di Westchester stanno conducendo le indagini. Per adesso, gli inquirenti americani hanno confermato la tesi secondo la quale Claudio si sarebbe tolto la vita impiccandosi nella stanza dove, per decisione dei vertici della “EF Academy”, era stato posto in isolamento per un compito andato male. Non è da escludere, però, che nei prossimi giorni possano emergere dettagli rilevanti sul caso, alla luce delle accuse che la famiglia Mandia ha mosso nei confronti del college responsabile, a loro detta, della morte di Claudio.
Bagno di folla per Claudio Mandia: lacrime e commozione per l’ultimo addio al giovane battipagliese