Si è svolta mercoledì 22 maggio la prima udienza del processo che vede coinvolti, tra gli altri, l’ex sindaco di Battipaglia Giovanni Santomauro. Salvatore Anzalone, Fausto Dragonetti, Pasquale Angione e l’ex primo cittadino hanno rinunciato alla prescrizione per i reati di abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Nel corso dell’udienza è stato ascoltato il capitano dei carabinieri come primo testimone.
Era l’8 maggio del 2013 quando il Comune di Battipaglia fu sciolto per infiltrazione camorristica. Il sindaco, all’epoca, era Giovanni Santomauro e le accuse mosse nei suoi confronti erano di concussione sessuale e di appalti ai Casalesi. L’indomani, l’ex primo cittadino finì agli arresti domiciliari con divieto di dimora nel comune battipagliese.
La Dda contestò due episodi di concussione sessuale avvenuti nelle stanze di Palazzo di Città. Ma al centro dell’attenzione fu posta la presunta illiceità degli appalti che ditte legate al clan dei Casalesi avrebbero ottenuto dall’Ente per oltre cinquanta milioni di euro. E nel mezzo, spuntarono fuori anche delle intercettazioni che passarono al vaglio della magistratura.
Ieri, 22 maggio 2019, c’è stata la prima udienza del processo. Il primo testimone, un capitano dei carabinieri – prima luogotenente – che eseguì le indagini all’epoca, è stato ascoltato. Giovanni Santomauro, Fausto Dragonetti, Pasquale Angione e Salvatore Anzalone hanno deciso di rinunciare alla prescrizione per quanto riguarda i reati di abuso d’ufficio e turbativa d’asta.
“Ritengo di dover essere giudicato nel processo – dice Santomauro. Ho fiducia nella magistratura, anche se i tempi sono lentissimi: ci vorrà tempo per fare chiarezza, ma i danni subiti dalla città sono irreversibili“. Cosa è successo dopo quel famoso 8 maggio? “Basta dire che non ho ricevuto nessun avviso di garanzia sulle presunte irregolarità dell’amministrazione“. E gli fa eco Salvatore Anzalone, assessore ai lavori pubblici con l’amministrazione Santomauro: “Un processo che va a rilento. Questa città non avrà giustizia. Quando terminerà il processo pagheremo l’ingiusto scioglimento del consiglio comunale“.
Durante l’udienza – come si legge sulle pagine di Anteprima 24 – ci sono stati attimi di tensione poiché l’ufficiale giudiziario avrebbe notato una persona tra il pubblico intenta a riprendere, di nascosto, il processo. Solo la richiesta del pm Rocco Alfano di far intervenire vigilantes e carabinieri ha fatto sì che la persona in questione venisse allontanata, e che il processo riprendesse regolarmente. La prossima udienza è prevista il prossimo ottobre, e saranno ascoltati altri due testimoni della Dda.