Il Teatro Bardamu ha presentato ieri sera il progetto “Vajaina”
Al teatro spazio a temi “tabù” con piglio satirico
Si è svolto ieri sera al Teatro Sociale Aldo Giuffré di Battipaglia un viaggio inedito tra sessualità, religione, esistenza e non solo. Si è alzato il sipario sull’esperienza Vajaina, un progetto firmato Teatro Bardamu, firmato da Francesco Amendola e diretto da Serena Urti. Una commedia satirica che si è divertita a porre agli occhi degli spettatori riflessioni unite a risate dissacranti su temi a volte trattati come un tabù.
Il commento dell’autore Francesco Amendola
«Sì, mi si perdoni la presunzione, ieri al Giuffré con i Bardamu si è fatto teatro – ha commentato Francesco Amendola – Il pubblico, che era uno spettacolo di per sé, trascinato fuori dalla propria confort zone si è lanciato all’inseguimento di una trascinante visione. Vajaina cammina sul filo del nonsense, si muove lungo chiare trasparenze oniriche. La lettura registica di Serena Urti ha sondato con maggiore acume proprio questo confine, e lo ha fatto anche grazie alle geniali musiche di Dj Pio e alle meravigliose luci di Mario Perna, entrambi nobile supporto di tale suggestione».
«Un esempio di invidiabile coralità questo spettacolo insomma – prosegue Amendola – dove ognuno con la sua arte ha preso parte a un continuo atto creativo, persino il pubblico, che si è riscoperto non uditore, ma finalmente operaio. Voglio ringraziare tutti per avermi dato l’opportunità di scoprire che un testo resta aperto fino a quando c’è qualcuno che sa leggerlo. Grazie ai Bardamu, grazie a noi».
La regista Serena Urti festeggia
Molto soddisfatta anche la regista Serena Urti: «Vajaina, il primo progetto del Teatro Bardamu, è stato un viaggio che mi ha coinvolta come regista e attrice. Quando lo scorso maggio io e Francesco decidemmo di mettere su uno spettacolo e creare una nuova realtà teatrale a Battipaglia eravamo soli, ma in maniera quasi del tutto naturale e direi alchemica si sono aggiunte a noi una quantità di personalità che hanno reso possibile la nascita di un team in grado di portare avanti questo progetto. Mattia, Maria Gioia, Andrea, Domenico, Vito, Francesca, Dj Pio, Antonio, Nicolò, Mario. Da regista e presidentessa il mio pensiero va a loro, perché al di là dell’arte nella produzione di un’opera teatrale c’è il lavoro di gruppo, ci sono le riunioni, le decisioni da prendere insieme, l’aiutarsi, il venirsi incontro, tutto questo ha portato a una compagnia nata da scarsi sei mesi a portare una quantità di pubblico di tutto rispetto a un teatro in un momento storico dove anche i grandi nomi hanno difficoltà a riempire le sale».
Conclude: «Dunque tutto ciò che ho realizzato, l’ho realizzato insieme alla nostra squadra e tutto quello che ho vissuto in questa esperienza mi ha svelato che il teatro è tutt’altro che becero sfoggio di protagonismo, Mimmo Borrelli dice che il teatro è un grande patto collettivo, ora io non so esattamente cosa intenda ma ad istinto posso dire che stavolta nella mia piccola esperienza potrebbe essere successo».